lunedì 8 marzo 2010

La Notte degli Oscar: the Morning After

Sveglio fino alla fine, per veder trionfare "The Hurt Locker" con 6 statuette: miglior film, miglior regia (finalmente ad una donna!), miglior sceneggiatura originale, miglior montaggio, miglior sonoro e miglior montaggio sonoro.
Un trionfo per il film sulla guerra in Iraq, il piccolo "Davide" che ha battuto il kolossal "Avatar", scandalosamente lasciato a quota 3 premi: effetti visivi, scenografia e fotografia.

Parità fino a metà cerimonia, con 3 premi ciascuno, il film della Bigelow ha scancito la sua supremazia con il premio al montaggio e quello alla regia, proclamato da Barbra Streisand, visibilmente soddisfatta di premiare una donna (lei stessa fu molto dura nei confronti dell'Academy quando si vide escludere dalla categoria per i film "Yentl" e "Il principe delle maree"), tanto da esclamare: "The time has come!".

Bigelow, 58 anni ma ne dimostra 40, elegante ed emozionata, abbatte finalmente l'ultimo tabù (era candidato anche Lee Daniels, il primo regista afro-americano ad essere incluso nella cinquina) dopo 82 anni molto maschilisti. E si prende un'enorme rivincita nei confronti dell'ex marito Cameron, deluso di non poter essere un'altra volta il Re del Mondo.



Per il resto, premi prevedibilissimi, sia quelli per gli attori (Jeff Bridges, Sandra Bullock, Mo'Nique e Christoph Waltz, già premiati con Golden Globe e SAG Awards), che per il film d'animazione, "Up", vincitore anche per la struggente e bellissima colonna sonora.
Enorme delusione per "Tra le nuvole", 6 nominations a vuoto, che si è visto portare via anche l'unica papabile della vigilia, quella per la miglior sceneggiatura non originale, andata, a sorpresa, al film-caso dell'anno, "Precious", che in Italia adesso aspettiamo ancor più con ansia.
E anche Tarantino ne esce sconfitto, visto che i suoi Bastardi vincono solo un premio (per Waltz) su ben 8 candidature.

Nel complesso, una cerimonia piuttosto sottotono, di gran lunga più piatta rispetto a quella, scoppiettante, dell'anno scorso, anche a causa della coppia di presentatori, Alec Baldwin e Steve Martin, apparsi piuttosto ingessati nella conduzione e con la consueta apertura dello show, fatta di gag e battute sugli attori candidati, meno divertente e più meccanica di quanto ci si potesse aspettare.
I momenti di puro spettacolo, oltre alla pre-apertura della cerimonia ad opera del bravo Neil Patrick Harris, in puro Hollywood-style, sono stati pochi: il montaggio "Horror", succulenta sequenza che riuniva i migliori film del genere, il momento In Memoriam, con James Taylor alla chitarra (incredibile la lista degli attori deceduti lo scorso anno, vista anche la giovane età, come Brittany Murphy e Patrick Swayze) e la fantastica coreografia sulle 5 colonne sonore nominate, eseguita da un incredibile corpo di ballo in stile hip hop e break-dance.
Fa ancora effetto vedere la Bullock con un Oscar in mano, ma ce ne faremo una ragione, soprattutto dopo aver visto il film.
Per quanto riguarda la Streep, continueremo a sognare. Prima o poi arriverà a quota 3, ne sono certo!




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