giovedì 4 marzo 2010

Best Acceptance Speeches Ever

Mancano 4 giorni alla Notte cinematografica più importante dell'anno, e mentre l'attesa si fa spasmodica ed i pronostici si sprecano, è sempre un mio personalissimo rito riguardare le varie premiazioni degli anni passati.
Vedere quello che l'Oscar rappresenta per ogni attore, la magia, la commozione, la gioia pura, un destino roseo che si spalanca davanti ad ogni vincitore, è sempre un grande godimento.
Certo, anche le delusioni nei volti degli sconfitti e la testimonianza di come, a distanza di anni, alcune performance premiate siano state autentici colpi di fortuna, rimanendo casi isolati (vedi Mira Sorvino, Halle Berry, Catherine Zeta-Jones, Hilary Swank, Gwyneth Paltrow, Adrien Brody, Jamie Foxx e tanti altri), fanno parte del gioco dell'Academy, il cui premio è al tempo stesso una benedizione ed una maledizione per chi lo riceve.
Perché dopo di esso niente è più come prima, bene o male l'Oscar cambia per sempre una carriera, che sia attoriale o registica.
Scorsese l'ha vinto solo 3 anni fa, forse immeritatamente per un film come "The Departed", viste le opere precedenti per le quali fu nominato.

La Swank l'ha ottenuto ben 2 volte, rappresentando quasi un miracolo, dal momento che le performance che ci ha regalato successivamente sono state tutt'al più mediocri.
Alcuni attori e attrici di grande talento come Peter O'Toole (non contando quello alla carriera), Johnny Depp (ma c'è tempo), Glenn Close, Michelle Pfeiffer, Sigourney Weaver e Julianne Moore non hanno mai avuto il privilegio di agguantarlo, mentre sembra incredibile che altri come Marisa Tomei, Mira Sorvino e Cuba Gooding Jr. possano tenerne uno sulla mensola di casa.
Checché se ne dica, l'Oscar da 82 anni provoca gioie e dolori.
Personalmente, i momenti di proclamazione del vincitore ed i relativi discorsi di ringraziamento che preferisco sono questi:

-Shirley MacLaine: vince l'Oscar come Miglior Attrice Protagonista nel 1984 per il film "Voglia di Tenerezza", dopo 5 nominations andate a vuoto. Il suo è l'acceptance speech più divertente e tra i più famosi che la storia dell'Academy ricordi: memorabile la frase finale "I deserve this!".

-Sean Penn: vince il suo secondo Oscar come Miglior Attore Protagonista nel 2009 per il film "Milk". Il suo è l'acceptance speech più "politico" ed ispirato, anche per l'atmosfera che si respirava in quel momento in USA (l'abolizione della Proposition 8 a favore dei matrimoni gay). Grande prova d'attore e grande uomo.

-Julia Roberts: vince l'Oscar come Miglior Attrice Protagonista nel 2001 per il film "Erin Brokovich". Forse la vittoria più prevedibile dell'anno, ma il suo acceptance speech è ugualmente brillante e sentito, nonostante la lunghezza. Ma per la carismatica diva, giustamente, è un'occasione unica e lo sa bene anche lei, affermando: "potrei non risalire più su questo palco".

-Adrien Brody: vince l'Oscar come Miglior Attore Protagonista nel 2003 per il film "Il Pianista", a sorpresa. Ed il primo a non crederci è proprio lui, che a soli 29 anni sale sul palco per ritirare la statuetta e, tra l'ovazione generale, bacia sulla bocca Halle Berry in un impeto di gioia. E regala anche un'importante riflessione sulla guerra in Iraq, al tempo appena scoppiata.

-Roberto Benigni: vince l'Oscar nel 1999, sia come Miglior Attore Protagonista che per il Miglior Film Straniero per "La Vita è Bella". Ed è quest'ultimo premio, proclamato da Sophia Loren attraverso l'ormai leggendaria battuta "Robbberto!!!", a rappresentare uno dei momenti più belli e commoventi nella storia dell'Oscar. Benigni che sale sulle poltrone e si tiene a Steven Spielberg, saltella sulle scale e riempie la sala con il suo inimitabile entusiasmo, provocando standing ovations e lacrime negli spettatori, rimane tuttora indelebile nella nostra memoria. Come il suo discorso in pseudo-inglese.

-Halle Berry: vince l'Oscar nel 2002 come Miglior Attrice Protagonista per il film "Monster's Ball". La sua vittoria entra subito nella storia, visto che è la prima attrice di colore a vincere un Oscar in quella categoria. In uno dei momenti più emozionanti dell'Academy, Halle Berry scoppia in lacrime ed il suo lungo e commosso discorso provocherà varie standing ovation, anche da chi quell'anno si vide soffiare il premio (leggi Nicole Kidman, superfavorita, ma si sarebbe rifatta l'anno successivo). Come dice lei stessa, un momento "bigger than me", da ricordare soprattutto per il fatto che ci sono voluti 74 anni all'Academy per premiare un'attrice nera in un ruolo da protagonista.

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