mercoledì 24 febbraio 2010

In Ferzan Confidiamo

Le premesse ci sono tutte.
Anche un'accoglienza calorosa al Festival di Berlino (di critica e di pubblico).
Ozpetek, ti prego, torna ai tuoi antichi fasti (ignoranti, contro e di fronte) e facci scordare il giorno (im)perfetto.

lunedì 22 febbraio 2010

BAFTA Awards 2010

A parte il trionfo di "The Hurt Locker" (ma si sa che Cameron non piace ai critici inglesi) con ben 6 premi, tra cui Miglior Film e Miglior Regia, personalmente esulto per gli attori protagonisti premiati (finalmente, oserei dire): Colin Firth (non ho visto ancora "A Single Man", ma tifo per lui a prescindere) che finalmente agguanta un premio (fatta eccezione per la Coppa Volpi a Venezia) per il suo ruolo nel film di Tom Ford, visto che finora Jeff Bridges gli ha reso la vita impossibile.
E Carey Mulligan, stesso discorso di Firth, con la Bullock che quest'anno sta facendo man bassa di premi, anche se la 24enne esordiente inglese ha già ricevuto importanti riconoscimenti tra i critici statunitensi.
È vero che i due giocavano in casa, ma questo ci fa sperare che anche agli Oscar, magari, vedremo qualche sorpresa, nonostante le probabilità siano bassissime.




Wolfman

Trashissimo.
Anthony Hopkins, torna a fare l'attore vero.
Emily Blunt, faccia perfetta per film in costume, ma non puoi avere la stessa espressione addolorata per 90 minuti.
Benicio Del Toro
, il look da uomo lupo ce l'hai dentro, ma né la regia né la sceneggiatura riescono a renderti merito. Noia mortale.
La zingara Geraldine Chaplin, a che pro?
Sempre eccellente il mago del trucco Rick Baker.

domenica 21 febbraio 2010

Chi Ha Vinto Sanremo (Sic!)


SONO SCHIFATO!
Sarà un caso, ma, da quando esiste il televoto, a Sanremo hanno sempre vinto canzoni penose.

Ah, non dimentichiamoci i secondi classificati.
..




giovedì 18 febbraio 2010

Amabili Resti

Tratto dal romanzo di Alice Sebold (che sono curioso di leggere, a questo punto), "The Lovely Bones" diretto da Peter Jackson, non convince fino in fondo.
Funziona perfettamente nella prima parte, mostrando con vivacità e delicatezza la vita di Susie Salmon, i suoi primi turbamenti amorosi e la sua famiglia, fino al suo crudele destino all'interno di un buco scavato nella terra nel quale il suo assassino la trascina con l'inganno, in un climax ben girato e molto teso.
Funziona anche nel mostrare il dolore terreno della famiglia (gli amabili resti, appunto), privata della sua bambina: il film risulta migliore nella sfera concreta che non in quella onirica-limbica in cui finisce Susie, a metà tra cielo e terra, ancorata al mondo in cui viveva (di cui può ancora seguirne gli eventi) e impossibilitata a raggiungere il vero Paradiso finché non abbia aiutato i suoi familiari a scoprire chi sia il suo assassino.

Nella difficile trasposizione dell'universo fantastico, privato, di Susie, il film rivela le sue forzature più eccessive e le pleonastiche pomposità, mancando forse il vero obiettivo e cuore della vicenda: dare uno sguardo intimo e realistico al vero stato d'animo della protagonista, 14enne privata violentemente della sua adolescenza.
Nonostante la bravura della fulgida promessa (mantenuta, ricordiamo "Espiazione") Saoirse Ronan, il suo personaggio, come il film, resta a metà, non andano pienamente in profondità e rappresentando perciò un'occasione mancata.
Peccato, perché le premesse c'erano tutte, gli effetti speciali sono eccellenti (efficace la scena delle navi nelle bottiglie giganti che si infrangono), la fotografia rende pienamente l'atmosfera anni '70 ed i colori sono un'estasi per gli occhi.
La mano viene purtroppo calcata nella "terra di mezzo", nel purgatorio personale di Susie, facendolo divenire un'opera new age/pop a tratti eccessiva e ai limiti del trash (l'immagine dell'amato in stile wide screen sullo specchio d'acqua).
Meritatissima la nomination all'Oscar di Stanley Tucci, perversamente bravo e raccapricciante nel modo mimetico di immersione nel personaggio. Piacevole la Sarandon, anche se poco usata.

mercoledì 17 febbraio 2010

Sanremo 2010

Le canzoni migliori sono "La cometa di Halley" di Irene Grandi (peggior look della serata), "Ricomincio da qui" di Malika Ayane e "Per tutta la vita" di Noemi (che comunque, al primo ascolto almeno, non sono questi capolavori).
Arisa come al solito filastroccheggia, avremo il ritornello in testa per qualche giorno ma come l'anno scorso (anzi peggio) lascerà il tempo che trova. Plauso per la presenza delle Sorelle Marinetti, divertenti.
Marco Mengoni: bellissima voce, as usual, ma la canzone è banalissima; sicuramente porta un po' di movimento alla kermesse ma ci si aspettava di più da lui.
Tutto il resto è noia mortale (Scanu, Nomadi&Irene Fornaciari, Sonhora, Fabrizio Moro, Ruggeri), atrocità (Povia, Cutugno, Nino D'Angelo, Cristicchi) e una canzone-propaganda da teocom: "Italia, amore mio", cantata da un improbabile trio da strapazzo (Pupo, Emanuele Filiberto e un tenore sconosciuto) che andrebbe lapidato e messo al rogo solo per averci pensato.






venerdì 12 febbraio 2010

Up in the Air

Un film intelligente, attuale e "puntuale".
Giustamente osannato unanimamente dalla critica, ben scritto, diretto ed interpretato da un trittico di attori in stato di grazia (Clooney non gigioneggia, Farmiga efficace, Kendrick piacevolissima sorpresa), il film segna l'epoca della crisi economica con sottigliezza ed acume.
Inizia cinicamente e termina in modo intimo, lasciando l'amaro in bocca ma anche la speranza in fondo al tunnel (aiutano molto i veri licenziati con le loro storie).

Jason Reitman, già regista dello splendido "Juno", si conferma uno degli autori più autentici e arguti del nuovo millennio.
Non vincerà l'Oscar come Miglior Film, ma quasi sicuramente quello per la Miglior Sceneggiatura. Glielo auguriamo, almeno.


giovedì 11 febbraio 2010

Reperti

Durante la diretta dei Grammy Awards che Rai2 ha mandato in onda (a sorpresa!) qualche settimana fa, in studio i soliti 4 o 5 critici musicali, accreditati o meno, dicono la loro (essendo pagati per farlo) ad ogni immancabile pausa pubblicitaria.
Uno di questi, di cui mi sfugge il nome, si azzarda a dire che Lady Gaga (che può piacere o meno), come Madonna, non è in grado di cantare.
Ora, essendo fan di entrambe, dico questo: Madonna non sa cantare, è vero (o meglio, non è dotata di una voce al di sopra della media), perché il suo strumento non è stato affinato come avrebbe dovuto (per arroganza o per disinteresse, non si sa), non ne fa mistero e le sue performance dal vivo, infatti, puntano sempre su altro, sulla spettacolarità pura.
Quando si tratta di
ballad, infatti, le carenze vengono a galla, ma negli ultimi tempi (al suo concerto per esempio, a cui ho assistito dal vivo) si nota un miglioramento e meno frequenti stonature. In ogni caso, dopo 27 anni di carriera, possiamo dire chissene!
Tutt'altro discorso per Joanne Stefani Germanotta: spuntata dal nulla, con tutto da dimostrare, ha fatto del look e della trasgressione i suoi punti di forza.
Chi la critica apertamente, per partito preso, afferma dall'alto della sua supponenza che, chiaramente, ella si cimenta nel genere elettro-pop per mancanza di voce.
Poi iniziano ad apparire filmati dal vivo, reinterpretazioni dei tormentoni "Poker Face" o "Paparazzi" al piano e scopriamo che Lady Gaga, amata od odiata quanto volete, è perfettamente in grado non solo di cantare dal vivo, ma possiede altresì una voce bellissima (e chi lo nega è soltanto sordo!) che le permette di spaziare tra generi musicali e compiere virtuosismi al piano (che sa suonare!) regalando performance assolutamente geniali ed imprevedibli.

Come questa sotto, un filmato di qualche anno fa, che mostra Lady Germanotta non ancora Gaga, scevra da qualsiasi stravaganza nell'abbigliamento o nelle acconciature, eseguire due canzoni di sua creazione con un talento difficile da ritrovare nelle nuove generazioni di cantanti o presunti tali.


Paranormal Activity






















Qualche momento di tensione a parte, devo ancora vedere il film che ha terrorizzato l'America.
Questo al massimo ha terrorizzato il buon gusto per gli horror veri (questo filone pseudo-documentaristico ha rotto!) ed il mio portafoglio.
P.s.: a me fa molta più paura la Mussolini quando interviene a casaccio in ogni argomento che non la riguarda.

venerdì 5 febbraio 2010

Oscar Nominations

Nessuna grande rilevante sorpresa (ed infatti ho azzeccato quasi tutte le candidature nei premi principali).
Testa a testa tra gli ex coniugi Cameron e Bigelow: "Avatar" vs "The Hurt Locker", il solito Davide contro Golia, come fu l'anno scorso per "Il curioso caso di Benjamin Button" e "Slumdog Millionaire" (quest'ultimo uscito vincente con ben 8 premi).
Ma il film di David Fincher ebbe addirittura 13 nominations, mentre i film più nominati della notte magica edizione 2010 ne hanno "solo" 9 a testa.
Ci si aspettava sicuramente di più dal blockbuster di Cameron (che con "Titanic" detiene ancora il record di nominations, 14, insieme a "Eva contro Eva"), in cui pesano sicuramente le nominations tecniche (colonna sonora, montaggio, fotografia, direzione artistica, effetti visivi, sonoro, effetti sonori), mentre latitano quella artistiche: dove sono gli attori (che pur in "Titanic" erano nominati) e la sceneggiatura? Chiaramente non sono importanti per l'universo di Pandora, ed obiettivamente il giudizio finale potrebbe portare proprio il film di guerra della Bigelow a trionfare con le statuette più importanti.
L'Italia si consola (per fortuna il sopravvalutatissimo "Baària" non è stato incluso nella rosa del Miglior film straniero, dove presumibilmente trionferà Haneke con "Il nastro bianco") con la nomination per il Trucco del film "Il Divo", per la fotografia di "Avatar" e per la sceneggiatura di "The Messenger", in cui compare il nostrano Alessandro Camon.
Tarantino batte Reitman: i Basterds ricevono 8 nominations (facendo tornare il buon Quentin ai fasti di "Pulp Fiction"), mentre "Up in the Air" si accontenta di 6 candidature, avendo buone chance per la sceneggiatura, un po' meno per gli attori.
Mo'nique ("Precious") e Jeff Bridges ("Crazy Heart") sono infatti favoritissimi, così come Christoph Waltz in "Bastardi senza gloria" e Sandra Bullock in "The Blind Side" (a sorpresa candidato anche come Miglior film). Riservando al futuro ogni giudizio riguardo alla Bullock (visto che ancora non ho visto il film per cui si sono spese critiche entusiastiche in merito alla sua performance), preciso che, come al solito, tifo sfegatatamente la divina Meryl Streep, alla sua sedicesima (sic!) nomination e troppo a lungo non insignita dell'Oscar (l'ultimo risale al lontano 1983), che quest'anno vedrei bene su quel palco vista la concorrenza (Bullock a parte) non particolarmente agguerrita, anche se si rivelerebbe una scelta azzeccata pure la favolosa debuttante Carey Mulligan. Sarebbe bello vedere l'Academy osare e non adagiarsi sui soliti pronostici, visto che negli ultimi anni è divenuta oltremodo prevedibile.
Curiosità: quest'anno gli attori alla prima nomination sono ben 12 su 20 (l'anno scorso erano 9), dalle giovanissime Anna Kendrick, Carey Mulligan e Gabourey Sidibe fino al veterano Christopher Plummer, classe 1929.
"Up" diviene la seconda pellicola d'animazione nella storia (dopo "La Bella e la Bestia" nel 1992) a ricevere la nomination come Miglior Film in assoluto (grazie anche all'aumento, da cinque a dieci, delle pellicole incluse).
Delusione per "A Single Man", solo una nomination per Colin Firth, e "Invictus", 2 sole nominations per gli attori (Morgan Freeman protagonista e il rinato Matt Damon non): snobbatissimo quindi per il secondo anno di fila Clint Eastwood, dimenticato nell'edizione passata per "Gran Torino".
"Nine" ottiene 4 candidature (avrei visto molto meglio Marion Cotillard al posto di Penélope Cruz tra le migliori non protagoniste), inclusa la Miglior Canzone Originale, a sorpresa "Take it all" invece di "Cinema Italiano".
Appuntamento quindi per il 7 marzo, al Kodak Theatre di Los Angeles, per l'82esima edizione degli Oscar che, li si ami o li si odi, dettano da quasi un secolo le regole e le leggi dello show business.

La Prima Cosa Bella

Senza se e senza ma, uno dei film italiani più belli degli ultimi anni.
Sicuramente il più sentito ed emozionante di Virzì, autore intenso ed onesto verso il pubblico, caso raro ai giorni nostri.

La storia semplice e toccante diviene profondissima e "necessaria" (come le origini e gli affetti di ognuno), senza mai cadere nel banale o nel patetico, un rischio che poteva oggettivamente presentarsi quando si parla di ritorni a casa, lutto e ricerca di sé.
Il regista livornese mette del suo (e si vede), dirigendo con lampante freschezza e genuino talento i suoi bravissimi attori, in primis Micaela Ramazzotti (qui alla sua consacrazione), Valerio Mastandrea (sempre bravissimo e qui particolarmente dolente) ed una straordinaria Stefania Sandrelli, in un ruolo cucitole perfettamente addosso attraverso il quale esprime in toto la sua vitalità (paradossalmente, visto il destino che l'attende).
Plauso anche a Claudia Pandolfi, mai così vera ed intensa: la scena in cui rimprovera al fratello maggiore l'assenza e il distacco per tanti anni è straziante.
E l'accento toscano esibito dagli attori, tutti romani doc (tranne la Sandrelli che è viareggina), è piacevole e mai forzato: grazie ad esso la vicenda diventa ancor più intima e personale.
Si piange e si ride allo stesso tempo: personalmente non ricordo un film che provocava lo stesso effetto. Sarà banale, ma l'Italia ha bisogno di questi film, di questi artisti e di queste storie. Chapeu!



lunedì 1 febbraio 2010

Oscar Predictions

Domani martedì 2 febbraio scatterà l'ora X: verranno annunciate le attesissime nominations al premio cinematografico più importante, prestigioso e chiacchierato del mondo: l'Oscar o Academy Award che dir si voglia.
Quest'anno la grande novità riguarda la categoria Miglior film: saranno infatti ben dieci (e non più cinque) le pellicole che si contenderanno tale premio, come fu agli albori dell'Oscar (nel periodo 1932-44 infatti erano in gara dieci opere, e in alcuni casi addirittura dodici).
Segno che l'Academy vuole ampliare il suo sguardo ed il suo interesse, anche se alla fine il vincitore sarà comunque uno solo.
Sicuramente in seguito all'esclusione, l'anno scorso, de "Il cavaliere oscuro", che tante polemiche suscitò (giustamente), gli addetti ai lavori hanno ben pensato di allargare il range ed includere pellicole che potrebbero attrarre maggiormente l'appeal del grande pubblico e contemporaneamente rispettare i canoni ed i gusti della giuria.
Insomma, più chance per tutti: a parer mio, anche se può apparire una scelta di facciata, non può far che bene alla visibilità dei film e, perché no, sperare che la scelta finale non sia scontata come negli anni passati.
Ecco le mie previsioni:

BEST PICTURE
- Avatar
- The Hurt Locker
- Up in the Air
- Precious: based on the novel "Push" by Sapphire
- Inglorious Basterds
- An Education
- A Serious Man
- Up
- Invictus
- District 9

BEST DIRECTOR
- James Cameron, "Avatar"
- Kathryn Bigelow, "The Hurt Locker"
- Jason Reitman, "Up in the Air"
- Lee Daniels, "Precious: based on the novel 'Push' by Sapphire"
- Quentin Tarantino, "Inglorious Basterds"

BEST LEADING ACTOR
- Jeff Bridges, "Crazy Heart"
- Colin Firth, "A Single Man"
- George Clooney, "Up in the Air"
- Morgan Freeman, "Invictus"
- Jeremy Renner, "The Hurt Locker"

BEST LEADING ACTRESS
- Carey Mulligan, "An Education"
- Meryl Streep, "Julie&Julia"
- Sandra Bullock, "The Blind Side"
- Gabourey Sidibe, "Precious: based on the novel 'Push' by Sapphire"
- Helen Mirren, "The Last Station"
(papabili anche: Saoirse Ronan per "The Lovely Bones" e Emily Blunt per "The Young Victoria")

BEST SUPPORTING ACTOR
- Christoph Waltz, "Inglorious Basterds"
- Stanley Tucci, "The Lovely Bones"
- Woody Harrelson, "The Messenger"
- Alfred Molina, "An Education"
- Matt Damon, "Invictus"
(papabili anche: Christopher Plummer per "The Last Station" e Alec Baldwin per "It's Complicated")

BEST SUPPORTING ACTRESS
- Mo'nique, "Precious: based on the novel 'Push' by Sapphire"
- Anna Kendrick, "Up in the Air"
- Vera Farmiga, "Up in the Air"
- Julianne Moore, "A Single Man"
- Samantha Morton, "The Messenger"
(papabili anche: Marion Cotillard e Penélope Cruz per "Nine")

BEST ORIGINAL SCREENPLAY
- (500) Days of Summer
- A Serious Man
- Up
- The Hurt Locker
- Inglorious Basterds

BEST ADAPTED SCREENPLAY
- Up in the Air
- Precious: based on the novel "Push" by Sapphire
- District 9
- An Education
- A Single Man


Grammy Awards 2010

Lady Gaga ha aperto in modo straordinario la 52esima cerimonia degli Oscar della musica, portandosi a casa due premi, come miglior brano dance ("Poker Face") e miglior album dance/elettronico ("The Fame").
La performance con Elton John rappresenta una pietra miliare, a mio modo di vedere: lo scambio di orecchini ed occhiali tra i due, entrambi coperti di fuliggine, l'uscita con il pianoforte "monster", lei che viene gettata nell'inceneritore urlando. Come al solito, riesce a sorprendere, ad esaltare e a veicolare la sua musica (il mash-up "Speechless-Your Song" è divino) in modo spettacolare ed unico.
Regina della serata è stata Beyoncé, che partendo dall'incredibile record di 10 nominations, ha portato a casa ben 6 Grammys (tra cui canzone dell'anno per "Single Ladies" e miglior performance pop per "Halo"), confermando lo stato di grazia in cui l'artista si trova.
Emozionante il tributo a Michael Jackson compiuto da Celine Dion, Jennifer Hudson, Smokey Robinson, Carrie Underwood e Usher (antipatico come pochi, ma almeno in quel frangente togliteli gli occhiali da sole!!) con "Earth Song", una delle canzoni più belle del King of Pop.
Incredibile Pink, sempre più a suo agio sospesa in aria e in grado di cantare e fare acrobazie stile Cirque du Soleil contemporaneamente, davvero d'impatto.
Beyoncé bravissima e grintosa, ma personalmente avrei voluto sentirla in altri pezzi, "If I were a boy" sinceramente ci è venuta a noia.
Pessima conclusione con il premio più importante, cioè Album dell'anno, vinto da Taylor Swift (sic!), la Barbie country con la chitarra in mano che fa canzoni da scuola media e vince ad ogni premiazione! Qualcuno la fermi!!
Ma vogliamo scherzare, questo sarebbe il miglior album dell'anno??? La peggiore scelta della rosa dei candidati, visto che avrebbero potuto vincere Lady Gaga (la mia scelta), Black Eyed Peas, Dave Matthews Band e, soprattutto, Beyoncé, a quel punto obiettivamente meritatissimo dopo una nottata strabiliante, "I am... Sasha Fierce" è il suo miglior lavoro e difficilmente sarà ripetibile un successo del genere.