martedì 28 settembre 2010

Desolation Factor

Sarà che era la prima volta che guardavo questa quarta edizione.
Sarà che lo scorso anno c'era Morgan (e Marco Mengoni pre-Sanremo).
Sarà che i veri talenti sono altrove.
Fatto sta che la quarta puntata di X-Factor mi ha decisamente convinto a non guardare la quinta.
Basandomi sul mio personalissimo (e sindacabilissimo) gusto personale, passo in rassegna quanto avvenuto durante la serata, tra esibizioni (scarse), discussioni tra i giudici (monotone) ed ospitate (l'Avatar di Anna Oxa).
Primo ad esibirsi: Davide, categoria uomini 16/24.
Sotto l'egida della Maionchi (quest'anno particolarmente "spenta", tranne qualche exploit dei suoi), il cantante 17enne intona "Novembre" della semi-desaparecida Giusy Ferreri. Performance discreta, piuttosto intonato lui, niente da eccepire. Ma da qui ad avere il fattore X ce ne corre.
Segue a ruota Manuela, una delle cantanti di Elio e quella col curriculum più ricco (apparsa anche nel musical "La Bella e la Bestia" nel ruolo di Mrs Bric).
La sua sicurezza sul palco e la tecnica vocale sono fuori discussione, ma l'esibizione della hit "Bring me to life" degli Evanescence lascia non poco a desiderare: imprecisa e decisamente fuori ruolo. Probabilmente le si addicevano di più i pezzi di Canzonissima '68 (per citare quanto detto da Enrico Ruggeri a proposito della sua performance).

E' il turno degli Effetto Doppler, gruppo capitanato da Enrico Ruggeri.
Forse i cantanti più anonimi di questa edizione, i tre si cimentano in un pezzo del 1966 dei Rockes, "E' la pioggia che va", senza particolare brio. Un brano di "contestazione" cantato come una qualsiasi canzone in stile Finley. Non ci siamo proprio. Velo pietoso, poi, sul look.
Tocca poi a Dorina, l'unica superstite della categoria di Anna Tatangelo (che si ostinano a chiamare Lady Tata), quest'ultima protagonista, poco prima, di una clip in cui, molto autoironicamente, fa il provino a... se stessa!
La cantante di origini albanesi canta "The Best", il successo di Tina Turner, come fosse un pezzo degli AC/DC. E non è una cosa positiva. Tutto quel correre tra il pubblico, poi, scatena un senso di ridondanza ancora più accentuato. In ogni caso, lei è brava e probabilmente una delle poche vere candidate alla finale.
Arriva Stefano, altro concorrente di Mara Maionchi, il cosiddetto "caso umano".
Non male la sua interpretazione della super cult "Lady Marmalade" (nella versione originale di Patti LaBelle), ma rimango dell'idea che, se non avesse alle spalle una storia emotivamente toccante e quei problemi di balbuzie, sarebbe solamente un cantante piuttosto mediocre. Purtroppo per lui, lo salva il suo handicap.
Nuova "polemica" formato rvm, stavolta sui giudizi di Elio, incolpato di affossare in maniera eccessiva i cantanti che non fanno parte della sua squadra. Lui risponde che dalla sua non ha solo l'ironia ma anche un diploma al conservatorio (touché!), e che giudicare in base alle simpatie o alle antipatie è semplicemente ridicolo.
Un'altra dimostrazione di come, quest'anno, sia lui il "Morgan" della situazione, sia per la cultura musicale che per le strategie (o non strategie) relative al puro sensazionalismo televisivo.

Si passa nuovamente alla gara, ed entra in scena Nathalie, categoria over 25 capitanata da Elio. La ragazza si esibisce in uno dei brani più famosi di Patty Pravo, "Pazza idea", con convinzione e bravura, regalando una delle poche performance azzeccate della serata.
I Kymera cantano sospesi la hit "Breathe" di Midge Ure. Nonostante gli acuti (in alcuni punti non riuscitissimi), il duo pecca nelle parti basse e non convince pienamente il sottoscritto, nonostante tutti i giudici diano pareri positivi e Tommassini affermi quanto sia difficile cantare in quella posizione.
La palla passa alla new-enrtry Cassandra, un'altra "spostata" della categoria di Elio (dopo Nevruz), che ha fatto il suo ingresso nel programma la scorsa settimana.
Canta "You can't hurry love" delle Supremes di Diana Ross, in maniera alquanto sconcertante. Non bastano le mossette e qualche pizzico di follia (vera o impostata?) per fare una cantante, ci vuole anche la voce! E quella stenta ad uscire per tutta la durata della performance.

Si continua con Ruggero, il 16enne più montato dello show-biz dopo Justin Bieber.
La Maionchi gli ha assegnato la canzone "Per te", che Jovanotti dedicò alla figlia. Ruggero dovrebbe cantarla pensando ad una persona cara, ma non trasmette la benché minima emozione e riesce a cantare persino peggio di Lorenzo Cherubini, ardua impresa! L'esibizione peggiore della serata.

Ultimo concorrente in gara: Nevruz, lo sciroccato della categoria over 25.
Elio gli fa cantare una canzone di Luis Miguel che al tempo odiava, "Noi ragazzi di oggi", ed è presto spiegato il motivo: Nevruz fa letteralmente a pezzi il brano, stravolgendolo completamente (e volontariamente) e dipingendosi il viso in stile Joker.
Ha sicuramente portato una ventata di energia e follia sul palco di X Factor, ma non si capisce fin dove arrivi la voglia di "fare casino" fine a se stessa e dove inizi il talento da vero artista.
Come dice Enrico Ruggeri (che di punk se ne intende), non è stato molto diverso da una qualsiasi cover band che alle 2 del mattino decide di "farlo strano". Forse ha sbagliato programma.

L'ospite d'eccezione della serata è Anna Oxa, che torna dopo 4 anni di silenzio (e qualche ritocchino del chirurgo) con un nuovo album ed una nuova canzone scritta per lei da Ivano Fossati, "Tutto l'amore intorno". Fa piacere rivedere una delle più grandi artiste italiane in assoluto di nuovo sul palco, anche se la delusione è forte nel sentirla cantare in playback, visto lo strumento possente che possiede e la forza del brano.
Congedata la Oxa, Facchinetti chiude il televoto ed annuncia i cantanti che sono stati salvati dal pubblico, fino agli ultimi due che finiranno in ballottaggio, vale a dire Manuela e gli Effetto Doppler. Le loro esibizioni non hanno convinto i telespettatori e ora dovranno affrontare il verdetto dei quattro giudici che lascerà in gara soltanto uno di loro.
La sfida finale vede cimentarsi Manuela con "Ironic" di Alanis Morissette e "La cura" di Battiato per il pezzo a cappella, a dimostrazione di quanto fosse sbagliata la scelta di "Bring me to life": la cantante infatti esegue alla perfezione e con intensità entrambi i brani.
Gli Effetto Doppler, invece, per convincere la giuria a farli restare in gara scelgono "Don't stop me now" dei Queen, proposta anche la volta scorsa (errare è umano, perseverare è diabolico) e "Ti vorrei sollevare" di Elisa per la prova "a studio spento". Deludono in tutte e due le prove.
Fortunatamente, i giudici (tranne Ruggeri ovviamente) decidono per l'eliminazione del trio, decretando così l'uscita di scena del secondo gruppo dal programma, dopo i Borghi Bros la scorsa settimana.
Alla prossima puntata (forse)!

lunedì 27 settembre 2010

Inception

Christopher Nolan si conferma tra i più talentuosi registi dell'ultimo decennio.
Dopo averci regalato il più bel film su Batman (almeno dai tempi di Tim Burton), stavolta l'autore di "The Dark Knight" compie un ulteriore passo in avanti e, conservando temi a lui cari come il subconscio e la mente umana nelle loro infinite distorsioni, proietta lo spettatore letteralmente all'interno di quell'inconscio, nel momento più indecifrabile e creativo del processo mentale umano: il sogno.
Lo fa utilizzando al meglio le tecniche e la maestria che già l'avevano contraddistinto come autore intellettuale e, al contempo, abile manipolatore degli effetti visivi e sonori più all'avanguardia.
"Inception" è infatti la quintessenza del suo cinema: una storia altamente enigmatica, quasi indecifrabile (almeno nei primi 50 minuti del film), che si addentra nei meandri della psiche umana tentando di dare un senso alla precarietà della vita odierna (nella quale non si sogna più), senza per questo voler filosofeggiare, unita ad una spettacolarità di immagini e sequenze che segneranno certamente il cinema negli anni a venire (un po' come fece "Matrix" all'epoca), nelle quali si intravede l'ispirazione ai quadri onirici di Escher.

Da un'idea apparentemente "semplice" (se così si può definire all'interno del Nolan-universo), il registra crea un meccanismo a scatole cinesi via via sempre più complesso, proprio come quello che sperimentano i protagonisti, all'interno del quale niente è ciò che sembra.
Neppure alla fine i dubbi saranno fugati, lasciando allo spettatore l'incertezza che permea l'intera narrazione e, in definitiva, l'intera nostra vita.
Sogno o realtà? Domanda banale forse, fonte di ispirazione per miriadi di altri film, ma qui reinventata e posta al centro di uno scenario tanto pericoloso per chi lo percorre quanto affascinante per chi vi assiste.
Dramma esistenziale potrà definirlo qualcuno, e in un certo modo "Inception" è anche questo, ma non solo. È l'esplorazione del subcosciente e del profondo umano più geniale ed ispirata degli ultimi anni, è un perfetto meccanismo ad incastri ma non per questo senz'anima, tutt'altro: il fine ultimo del protagonista (un intenso Di Caprio) è quello di aver la possibilità di redimere il suo nome e tornare a casa dai propri figli, disperato Ulisse tra i tempestosi mari della mente.
Celando all'interno della propria, tra i ricordi più oscuri e reconditi, un male insanabile e straziante come il senso di colpa, dove ha rinchiuso la moglie morta per farle visita di tanto in tanto, in una sorta di atto masochistico ma necessario, fino alla sofferente scelta finale.

Un viaggio sorprendente e adrenalinico, avvincente e coinvolgente, che non lascerà sicuramente nessuno indifferente.
Nolan ha nuovamente fatto centro, creando un nuovo "mondo", un nuovo stile, una nuova fonte di ispirazione per le generazioni future. Chapeau!
Eccelsa la colonna sonora di Hans Zimmer.
Prenotato per gli Oscar.


mercoledì 22 settembre 2010

La Solitudine dei Numeri Primi

Premessa: il fatto che Paolo Giordano abbia partecipato alla stesura della "sceneggiatura" (se così si può definire) fa ancor più rabbrividire.
La trama del libro è stata completamente snaturata, con una chiave di lettura tra l'onirico e il thriller psicologico con venature horror (sic!) sottolineate continuamente da una colonna sonora che sembrava provenire da un film di Dario Argento (e la storia dell'omaggio non regge, l'idea di trasporre il libro in un horror dei sentimenti è semplicemente sbagliata).
Se si volevano raggiungere nuove vette di trash involontario (perché di quello volontario ne abbiamo a bizzeffe d'esempi in Italia), la missione è stata decisamente portata a termine.

Girato in stato confusionale da Saverio Costanzo, senza un minimo di scavo psicologico o di introspezione
dei protagonisti (tutto rimane a galla, come gli zoom sui pori dilatati e sulle occhiaie di Mattia/Luca Marinelli), con una trama inesistente condita da dialoghi imbarazzanti e al limite del ridicolo ("Devo fare pipì!" - "Non c'è il bagno") ed attori impacciati (persino la solitamente brava Rohrwacher, qui costretta a interminabili primi piani sofferenti e a pose raggomitolate sul letto che neanche Gollum, risulta goffa e sopra le righe): un mix letale che suscita un'ilarità involontaria.
Per non parlare della parte che racconta l'adolescenza dei due protagonisti: il pericolo Moccia sempre in agguato, una sconcertante banalizzazione di un punto saliente della storia, tristemente sminuito e male approfondito (con l'aggiunta di ben due baci lesbo inesistenti nel libro, mentre l'omosessualità dell'amico di Mattia è taciuta per tutto il film).
In definitiva, uno dei film italiani più brutti della stagione e, sicuramente, uno dei più inguardabili a cui abbia mai assistito.

lunedì 6 settembre 2010

Modern Family



Nonostante "odii" questo telefilm, per le ben note ragioni, vedendo oggi questa puntata e, soprattutto, la scena di cui sopra, non ho potuto fare altro che sbellicarmi.
Davvero esilarante e, in generale, ben fatto (ma non ammetterò mai che meritava l'Emmy!!)

venerdì 3 settembre 2010

Glee Returns




Vorrei, fortissimamente vorrei, che il livello della seconda stagione fosse in misura uguale o maggiore a quello della prima.

Ma se il buongiorno si vede da Britney Spears...


Ad ogni modo, CAN'T WAIT!!

21 settembre, STAY TUNED!

martedì 31 agosto 2010

The Good Wife


Iniziato lo scorso anno in USA, ottimo riscontro di pubblico e di critica e vari premi per la protagonista Julianna Margulies (Golden Globe, Screen Actors Guild e una nomination agli Emmy), "The Good Wife" è un solido ed avvincente dramma legale, dallo script serrato e con eccellenti performance da parte di tutto il cast, in primis l'indimenticata infermiera Carol di "E.R.", qui nei panni di Alice Florrick, moglie e madre devota, travolta da uno scandalo sessuale che coinvolge il marito (Chris Noth, il Mr.Big di "Sex and the City") e la costringe a rivestire i panni, smessi 13 anni prima, di avvocato.
Avendo visto solo la puntata pilota, le premesse sono notevoli.
Grande importanza alle vicende giudiziarie ma anche alla sfera privata ed affettiva della protagonista, personaggio femminile di raro spessore a cui la Margulies dona sensibilità e ai telespettatori istantanea identificazione ed empatia.
Non manca nemmeno la stronza di turno, la mitica Christine Baranski (non nuova a questo tipo di ruoli), qui nei panni della rigida mentore/arpia di Alice, mentre Archie Panjabi (fresca vincitrice di un Emmy per questo ruolo) interpreta un'enigmatica e tosta investigatrice.
Da settembre anche su RaiDue.


Far Wisteria

Uno dei più bei promo di "Desperate Housewives": quello che anticipa la settima stagione è davvero coi fiocchi, stiloso e "cazzuto" come nella migliore tradizione dello show.
Speriamo che non tradisca le aspettative.
Nel frattempo gustiamoci le immagini con una nuova protagonista d'eccezione, pronta a dare filo da torcere alle casalinghe più famose della tv (e alla loro stella splendente), che si preannuncia ancor più succosa e bitch della compianta (ma non troppo) Edie Britt.


lunedì 30 agosto 2010

And The Emmy Goes To...


Novità e conferme.
La 62esima edizione degli Emmy Awards ha visto trionfare, nella categoria Drama, per il terzo anno consecutivo (sic!) la serie "Mad Men", nonostante nessuno dei 5 attori nominati (tra protagonisti e non) sia riuscito a vincere.
Hanno infatti trionfato Bryan Cranston per "Breaking Bad" (anche lui alla terza statuetta consecutiva), con buona pace di Hugh Laurie e Jon Hamm, Kyra Sedgwick per "The Closer" (dopo ben 5 nomination, anche se avrei preferito Julianna Margulies per il suo nuovo ruolo in "The Good Wife", nonostante ancora non abbia visto la serie), Aaron Paul sempre per "Breaking Bad" e Archie Panjabi per "The Good Wife", preferita alla sua 'collega' Christine Baranski.
Nella categoria Comedy arrivano le dolenti note: "Glee", forte di 19 nominations alla vigilia, ha portato a casa 'solamente' quattro premi, di cui due minori, vale a dire Best Sound Mixing per l'episodio "The Power of Madonna" e Best Guest Actor a Neil Patrick Harris, consegnati alcuni giorni prima della cerimonia.
Durante la premiazione effettiva, la serie di Ryan Murphy ha vinto nella categoria Miglior Attrice Non Protagonista, andato alla sublime Jane Lynch (premio stra-meritato per un personaggio unico già cult), e come Miglior Regia per l'episodio pilota, andato al creatore Murphy.
"Modern Family" è riuscita, come previsto, a rompere le uova nel paniere alla serie-musical che quest'anno ha avuto uno straordinario successo e che ha creato un incredibile fenomeno pop come non se ne vedevano da anni.
La preferenza data alla serie sulla famiglia alternativa (paradossalmente, una scelta piuttosto tradizionale) mi trova alquanto perplesso (per non dire infuriato!): per quanto possa essere divertente, non può certamente competere con la genialità di "Glee".
Sfortunatamente l'Academy non se n'è accorta (ma non è una novità: la prima stagione di "Desperate Housewives" fu snobbata a favore di "Tutti Amano Raymond"... e ho detto tutto!), e ha premiato anche il suo attore non protagonista Eric Stonestreet (uno dei componenti la coppia gay del telefilm) e la sceneggiatura.
Altro sfondone, per così dire: Edie Falco premiata come Miglior Attrice per "Nurse Jackie". Senza nulla togliere al talento della ex protagonista dei Soprano, il premio sarebbe dovuto andare a Lea Michele, bravissima ed impagabile Rachel Barry, personaggio ai limiti dell'odioso che non si può non amare. Probabilmente la giovane età ha giocato a sfavore (così come per Chris Colfer alias Kurt).
Miglior Attore Protagonista è stato incoronato prevedibilmente Jim Parsons per "The Big Bang Theory", in una categoria ben nutrita di inossidabili (Shalhoub, Carell, David, Baldwin, quest'ultimo vincitore già nel 2009 e nel 2008) e della nuova entrata Matthew Morrison, contento già per la nomination.
Tra i Reality, trionfa "Top Chef" a scapito (purtroppo) di "Project Runway", mentre Jon Stewart vince il settimo Emmy per il miglior programma di intrattenimento con il suo "The Daily Show".
La miniserie prodotta da Steven Spielberg e Tom Hanks, "The Pacific", ha vinto la statuetta nella sua categoria, mentre tra i film per la tv ha letteralmente trionfato "Temple Grandin", storia di una professoressa del Colorado affetta da autismo, interpretata da Claire Danes accanto a David Strathairn e a Julia Ormond (tutti e tre vincitori, insieme al regista).
Straordinario l'intro che ha visto Jimmy Fallon, conduttore della serata, esibirsi insieme al cast di Glee in un divertentissimo filmato d'apertura, in compagnia anche di Tina Fey, Jon Hamm, Jorge Garcia, Nina Dobrev e Randy Jackson.



Infine, una nota di stile: a parer mio, il miglior abito della serata è stato quello di Lea Michele in Oscar De La Renta, in un red carpet piuttosto povero di bei look (ma Tina Fey non riesce a vestirsi bene nemmeno per errore?).

domenica 29 agosto 2010

Any Which Way

Nuovo video per i (le) Scissor Sisters.
Genialata.


Desperate Wilhelmina


Prima foto promozionale per la nuova stagione di Desperate Housewives, la settima (mio dio), che si fa notare soprattutto per una new entry d'eccezione: nientepopodimeno che Vanessa Williams, alias l'ormai leggendaria Wilhelmina Slater di "Ugly Betty", show appena terminato dopo 4 anni.
Sorprendente la scelta di inserire l'attrice al centro della scena (nemmeno Nicollette Sheridan/Edie ebbe mai tale privilegio), sicuramente dettata dalla voglia di rinnovamento della serie (che negli ultimi 2 anni ha subìto oggettivi cali di popolarità e fattura, inevitabili dopo tante stagioni, nonostante il sottoscritto ancora la segua con entusiasmo) e anche dal fatto che, presumibilmente, la nuova arrivata a Wisteria Lane metterà in ombra le altre quattro casalinghe.

Personalmente trovo l'entrata in scena della Williams azzeccatissima: avendola adorata in "Ugly Betty", ne sentivo già la mancanza. Marc Cherry è stato molto furbo a volerla nel cast, il suo personaggio non sarà spietato (e stronzo) come la fantastica Wilhelmina, ma sicuramente non avrà paura a sfoderare gli artigli.
Si prevedono già scintille con il personaggio di Lynette ed un triangolo amoroso con un certo Brian Austin Green.

Vedere per credere.

venerdì 27 agosto 2010

Cosa Veggono Le Mie Fosche Pupille?



Dal meraviglioso romanzo di Paolo Giordano "La solitudine dei numeri primi" (divorato ed adorato), l'omonimo film diretto da Saverio Costanzo, in concorso alla prossima Mostra del Cinema di Venezia, ci offre finalmente il primo agognato trailer.
Verrebbe da dire, potevate tenervelo!
Che cosa è questa roba?
Inizio in stile thriller e sottofondo musicale come in un episodio di Distretto di Polizia (senza offesa) già fuori tema (il tema, per chi non lo sapesse, sono le ferite dell'anima e della carne da cui scaturiscono i drammi esistenziali dei due protagonisti).
Si peggiora con la seconda parte, in cui parte inspiegabilmente "Bette Davis Eyes" di Kim Carnes (bella canzone, per carità) e il tutto ha una parvenza (orrore!) dei film di Moccia.

Infine, quanto saranno brutte ed esteticamente tristi quelle scritte in blu? Cosa sono, Word Art?
Per spezzare una lancia in favore dei realizzatori (prima di spezzare qualche gamba), qui chiaramente siamo di fronte ad un montaggio sbagliato, la scelta di produrre un trailer siffatto sarà scaturita sicuramente da una difficoltà intrinseca del soggetto: la difficile collocazione.
Chi ha amato il libro come me correrà a vedere il film, ma per tutti gli altri sarà più ostica la riconoscibilità tra un dramma, un thriller o una commedia generazionale (ed infatti l'odiosa scritta "Il libro che ha emozionato un'intera generazione" non aiuta).
Questo trailer complica le cose.
Attendiamo la visione completa del prodotto. Stiamo in campana.

Shrek 4: E Vissero Felici e Contenti

Crisi di mezz'età per Shrek, padre e marito a tempo pieno ed ormai "non più orco" libero di sguazzare nel fango e spaventare i villici con le sue scorribande.
La crisi qualitativa, se così si può dire, la fortunata saga dell'orco verde targata Dreamworks (il secondo film, il più redditizio dei quattro, nel 2004 incassò ben 919.838.758 $), l'aveva già attraversata col terzo, piuttosto fiacco, episodio.
Qui le cose si risollevano, piacevolmente: certo, non siamo ai livelli delle prime due pellicole, il sarcasmo e la forte carica dissacrante che rendevano autentici gioielli le avventure iniziali di Shrek sono un pallido ricordo, così come la comicità più sfrenata e pungente.
Aumentano altresì l'azione spettacolare ed un mix di gag goderecce ed i soliti riferimenti alla cultura pop (Ciuchino che intona canzoni famose, il Pifferaio Magico che ipnotizza le streghe con la break dance, i messaggi di Re Tremotino agli abitanti del regno in perfetto stile dittatorial-mediatico).
Riguardo a quest'ultimo, a tratti fastidioso, il nuovo villain non è certo al pari della Fata Madrina (insuperabile!), ma risulta viscido a sufficienza.
Per il resto, sempre interessante l'espediente narrativo del "What if...", giocato piuttosto efficacemente (anche se alquanto prevedibile e scontato) senza troppi cali di attenzione, grazie anche alle mitiche "spalle" Ciuchino e soprattutto al Gatto divenuto obeso.
In definitiva, un cartoon che scivola via leggero, senza troppe pretese, ma che avrebbe dovuto osare maggiormente per fare il botto e per chiudere in bellezza una tale quadrilogia, visto che l'orco verde ha decisamente rivoluzionato il genere d'animazione moderno.
Dispiace dirlo, ma forse si sarebbero dovuti fermare a due... E poi diciamocelo: la classe ed il cuore della Pixar (citofonare Toy Story 3, il più bel cartoon dell'anno) sono difficili da eguagliare.

domenica 23 maggio 2010

Shonda Rhimes è una Sadica!

Se pensavamo che il finale della quinta stagione fosse uno dei cliffhanger più emozionanti e sconvolgenti di Grey's Anatomy (e della televisione tutta), ci sbagliavamo di grosso: quella pazza scriteriata, ma geniale (nonostante "faccia fuori" un attore o più ad ogni stagione, ultima Katherine Heigl alias Izzie, te possino!!) di Shonda Rhimes, creatrice della serie, ha trovato un nuovo e più sadico intreccio per le ultime due puntate della sesta stagione ("Sanctuary" e "Death and all his friends") facendoci ripiombare nuovamente nella disperazione più aberrante per circa un paio d'ore, roba che "Love Story" in confronto è un'amena passeggiata campestre.

Spoilerando, le seguenti considerazioni:
- guarda caso i medici che muoiono appartengono tutti al Mercy West;
- le voci di un probabile non rinnovamento del contratto da parte di Patrick Dempsey alias Derek Shepherd mi avevano già fatto temere il peggio;
- per non parlare degli indizi sparsi nei vari dialoghi che sembravano dare già per spacciato il Dott. Stranamore, su tutte la frase "vorrei avere anche io qualcosa piantato in testa per finire in una sala operatoria", che non è esattamente di buon auspicio quando c'è uno psicopatico armato che si aggira nell'ospedale e ti vuole cadavere;
- finalmente, Ellen Pompeo esce dal suo stato di letargia recitativa (in questa sesta stagione il personaggio di Meredith è stato alquanto appannato) per dare il meglio di sé in questi ultimi, terribili, episodi, affiancata ovviamente dalle sempre splendide Sandra Oh e Chandra Wilson (non so chi delle due sia più brava ma, vi prego, date loro un Emmy al più presto, non so ancora cosa aspettiate!!);
- contentissimo per le lelle Arizona e Callie;
- il personaggio di April Kepner è di un'insopportabile unico.




venerdì 21 maggio 2010

Theatricality

Glee si tinge nuovamente di tinte iconesche (prima Madonna, poi Olivia Newton John, adesso Lady Gaga) e, nell'episodio n°20 in onda in USA martedì 25 maggio, rende giustamente omaggio e tributo a Miss Germanotta, ormai fenomeno imprescindibile in qualsivoglia tematica, evento o telefilm dichiaratamente pop (e camp).
Una miscela esplosiva di cui si può avere un assaggio sotto, con un colpo di scena imprevedibile (Rachel figlia di Elpheba alias Idina Menzel alias la couch dei Vocal Adrenaline?? Ryan Murphy GENIUS!!) e livelli di frociaggine ancora mai raggiunti.
Ditemi se questo non è il telefilm gayo definitivo!


Robin Of Persia

Entrambi blockbuster infrangi-record e macina-incassi ampiamente attesi, "Robin Hood" di Ridley Scott e "Prince of Persia: le sabbie del tempo" di Mike Newell (sia il primo regista che il secondo hanno all'attivo pellicole diversissime tra di loro) si differenziano in un punto cruciale: mentre il primo, infarcito di Storia (più o meno) attendibile ed accurata, ha l'ambizione di divenire (a torto) il nuovo "Gladiatore" o "Braveheart", non in quanto ad effetti scenici ma bensì come narrazione "alta" ed elevata, il secondo sa bene di essere un divertissement tratto da una serie di videogame senza la pretesa di divenire qualcosa che non è ad ogni costo.
Ergo, il secondo è molto più godibile del primo, più trasparente e perciò privo di fronzoli.
Non stiamo parlando chiaramente di cinema impegnato, ma se si tratta di intrattenimento puro, che sovente ci piace ritrovare in sala, preferiamo un'onestà di fondo piuttosto che un'operazione commerciale con la pretesa di essere d'autore.
E poi, diciamocelo: se si parla di ormoni, non c'è gara tra Jake e Russel!






sabato 15 maggio 2010

Betty's Finale

Che dire, quando una serie che hai guardato con costanza ed entusiasmo per ogni singola puntata giunge al termine, ti senti sempre come se un amico se ne fosse andato (chiaramente in prospettiva, non si parla di paranoia o schizofrenia da distorsione della realtà).
Stavolta è il caso di "Ugly Betty", 85 episodi pieni di divertimento, ironia, glamour, sentimenti, risvolti da soap, battute taglienti e una buona dose di gaytudine: andata in onda negli States un mese fa, ho finalmente avuto il "coraggio" di guardare l'ultima puntata in assoluto della serie vincitrice, tra gli altri, di due Golden Globe e di due Emmy (tra cui uno per la migliore attrice America Ferrera).
Agrodolce e da "effetto magone" come qualsiasi finale di serie che si rispetti, certo meno triste di "Will&Grace" (che durò ben 8 stagioni, mentre qui sono state solo 4) e "Sex and the City", ma sicuramente l'affetto che provavamo per tutti i personaggi, in primis (oltre alla protagonista) Marc, Wilhelmina e Amanda, che ci hanno fatto compagnia per 3 anni (iniziai a guardare il telefilm quando Italia 1 mandò in onda la prima stagione, nella primavera 2007), rimane forte e ci farà sentire un po' più soli.
Qualcuno del cast ha espresso il desiderio di realizzare un film dalla serie: secondo me, può bastare qui, visto che ogni personaggio ha raggiunto il proprio fulfillment ed il cerchio si è chiuso, a mio avviso, in maniera dignitosa ed appropriata, facendo diventare più bella la bruttina Miss Suarez e dischiudendo il suo enorme potenziale.
Solo una cosa non mi ha convinto molto: la piccola pulce insinuatasi in dirittura d'arrivo riguardo ad un probabile sentimento d'amore da parte di Daniel proprio nei confronti di Betty, mai accennato o perlomeno approfondito prima d'ora, quasi un escamotage narrativo per lasciare una porta aperta...


SO GOODBYE BETTY, WE'LL MISS YOU!



venerdì 7 maggio 2010

Uncut

Pare che quelli di "American Idol" abbiano tagliato due minuti della performance di "Alejandro" fatta da Lady Gaga l'altra sera, mandando l'artista su tutte le furie e privandoci di preziosi momenti della coreografia.
Ecco la versione integrale:


Return to Oz

Rivederlo a distanza di circa 13-15 anni è stato piuttosto interessante, considerato il fatto che non mi ricordavo quasi niente, tranne:
- la gallina parlante che farebbe venire l'alectorofobia pure ad un allevatore di pollame;
- la mia passione per gli abitanti di OZ tramutati in statue, mio personalissimo tormentone per tutta l'infanzia;
- le rocce parlanti, che da piccolo risultavano piuttosto inquietanti, così come i Rotanti e le loro figure contorte;
- la classica scena madre traumatica, ossia le teste parlanti della principessa che urlano tutte insieme "DOROTHY GAAAAAAAAAAAALE" e il corpo acefalo della suddetta che si muove in modo inconsulto, nella psicologia di un bambino, sono davvero crudeli (mi chiedo se ci siano correlazioni tra questo e il mio rifiuto della vagina).


Ancora 7 mesi

Non badando a spese (ha infatti richiesto un budget più alto per questa performance), Lady Gaga si è esibita ad "American Idol", il programma più visto in USA, per promuovere il suo prossimo singolo, "Alejandro" (scelta che non condivido fino in fondo: seppur perfetto per il periodo estivo, avrei preferito "Speechless" o "Dance in the dark").
Che dire, se non SPETTACOLARE come sempre. Sa stupire ogni volta e creare magiche atmosfere, nel caso specifico gotiche/dark.
Non oso immaginare cosa accadrà il 4 dicembre...


venerdì 30 aprile 2010

Plagiarismo di Plagiarismo

Molto triste vedere cotanta mancanza di idee e, soprattutto, una spudorata faccia tosta (per non dire peggio!) nel COPIARE prima di tutto lei, l'inarrivabile Regina Ciccone, derubata a man bassa dei suoi look nei video di "Erotica", "Human Nature" ed "Express Yourself" (e non chiamiamole citazioni!); secondariamente, ma più impressionante vista la recente esistenza musicale, il plagiarismo si è consumato ai danni dell'unica degna erede di Madonna, Lady Gaga, anche lei vittima dell'abominevole scopiazzamento di cui sopra (a cui si aggiungono, seppur in minor misura, Gwen Stefani e addirittura l'eterna rivale Britney Spears, dalla quale dovrebbe copiare il meno possibile vista la carriera in stato vegetativo).
Parlo ovviamente dell'ultimo video della ridicola (oramai alla frutta)
Christina Aguilera, "Not Myself Tonight" (perlomeno nel titolo è onesta: non è se stessa bensì un mix di altre artiste), dove la canzone, che potrebbe anche essere carina (ma niente di speciale), scompare di fronte allo sbigottimento acuto provocato da tale ignominia, un guazzabuglio di sadomaso, fetish, mossette sexy, scene saffiche e chi più ne ha più ne metta.
Chiediamo una citazione in giudizio ed un risarcimento per danni psicologici e morali e crimini contro le icone gay del XX e XXI secolo.

Aguilera, stavolta hai toppato alla grande...
Sotto il video incriminato ed i suoi "predecessori".










mercoledì 28 aprile 2010

L'Agorà Verrà Distrutta all'Alba

"La Città Verrà Distrutta all'Alba" ("The Crazies").
Remake dell'omonimo film di George A. Romero (qui produttore) del 1973, si inserisce nel prolifico (ed inflazionato) filone dell'horror pandemico - apocalittico, dove un virus trasmesso attraverso l'acqua fa impazzire gli abitanti di una tranquilla cittadina della provincia americana.
Niente di nuovo sotto il sole, ma nonostante tutti i cliché del caso si fa guardare e l'adrenalina non manca, con una buona dose di splatter e scene camp da B-movie, come tradizione vuole.





"Agorà".
Alejandro Amenábar dirige il controverso (alla vigilia) film sulla filosofa Ipazia, eminente donna di scienza vissuta ad Alessandria d'Egitto nel IV secolo D.C., uccisa dalla furia cristiana che al tempo divenne la forza fondamentalista più violenta dell'Impero Romano prossimo alla disgregazione (si potrebbe accostarla ai moderni talebani, anche se la Chiesa cattolica, oggigiorno, avrà cambiato i metodi ma non certo gli argomenti).
Il film presenta un'impeccabile confezione esterna ed una forma estetica formidabile (tra ricostruzione della città, costumi ed effetti visivi), ma perde un po' nella rappresentazione profonda del dissidio ideologico (non quello visivo, ritratto dalle ottime scene di violenza sapientemente dosate, ma quello interiore tout court) tra pagani, ebrei e cristiani, mentre pure la figura di Ipazia (interpretata da un'intensa Rachel Weisz) rimane eccessivamente in superficie ed alcuni personaggi (come quello di Ammonio) sono fin troppo caricaturali.
Non che tali elementi ne facciano una pellicola da cestinare, tutt'altro: è comunque efficace nel mostrare una parte di Storia di cui molti sono all'oscuro e, sicuramente, troveremo svariati punti in comune con i tempi odierni, visto il modo in cui il fondamentalismo religioso domina e governa tutt'ora gli animi e le menti di troppe persone.

lunedì 26 aprile 2010

The Power of Madonna

Una delle migliori puntate viste finora (sono di parte, lo so!), Sue Sylvester al suo meglio (che qualcuno dia un Golden Globe ed un Emmy alla meravigliosa Jane Lynch, su "Vogue" stavo letteralmente impazzendo), Kurt e Mercedes finalmente solisti ("We make a culture!") e, ovviamente, l'esplosivo spirito di Madonna infuso in tutto l'episodio (favolose "Like a virgin" e "Like a Prayer") per rendere omaggio all'unica, vera Queen of Pop.
GLEE IN MY HEART...




giovedì 22 aprile 2010

Monster Ball Tour

4 DICEMBRE 2010
MEDIOLANUM FORUM, MILANO

HELLO, HELLO BABY

...HE ATE MY HEART AND HE ATE MY BRAIN...


sabato 17 aprile 2010

Dragon Trainer

Non avrà la comicità slapstick di "Madagascar" o "Kung Fu Panda" né il tono caustico e dissacrante di "Shrek", ma il nuovo film d'animazione targato Dreamworks si difende benissimo.
Dal classico tema, reinventato in salsa vichinga, dell'outsider in un mondo conformista, il cartoon mescola sapientemente azione e lezione di vita, in modo non banale o sentimentalistico.
Con sprazzi di "E.T", l'incontro col diverso diviene occasione di riscatto, e sorprende la grande umanità che restituiscono i personaggi, sia il protagonista Hiccup (ironico al punto giusto) che, soprattutto, il drago Furia Buia, espressivo e tenero come uno Stitch versione extra-large (e difatti i creatori sono gli stessi dell'alieno del film Disney).
Non inventerà niente di nuovo, ma gli elementi, ben calibrati, sanno emozionare e il finale è di quelli che non ti aspetti (l'arto amputato di Hiccup).
Oltre a questo, il 3D merita sul serio. E non è cosa di poco conto, vista la maniera inflazionata in cui viene impiegato ultimamente, spesso più per moda che per effettivo risultato estetico (vedi "Alice in Wonderland").


giovedì 15 aprile 2010

Brevemente

-Lo spettacolo di Lore "Notte di Musical" è stato un successone. Non solo di pubblico, ma anche di critica (ahah!), visto che tutti i ragazzi, chi più chi meno, si sono dimostrati brillanti e talentuosi.
Plauso in particolare alla performance "New York, New York" di Lore (bravissimo), a Rocco e al conseguente "Rocky Horror Picture Show" e alla stupenda "One Short Day" tratta da "Wicked" (che DEVO vedere per forza).
La semplicità unita al talento regala cose meravigliose.

-Ho visto al cinema "Colpo di Fulmine - Il mago della truffa", con Jim Carrey e Ewan McGregor.
Sorvolando sull'orrido titolo italiano, il film si pone a metà tra il "carino" e il "mediocre": pur essendo una storia vera, non brilla per originalità (molto meglio il suo predecessore "Prova a prendermi") né per brio.
La storia è ripetitiva, a tratti noiosa, nonostante il carisma di Jim Carrey. Appare appannato persino McGregor, altrove sempre ottimo.
Si salva, per il rotto della cuffia, la storia d'amore gay, in ogni caso non troppo approfondita (che ci sia lo zampino della censura italiana?).

-Settimana ricca di eventi televisivi per quanto riguarda le serie americane: per una che ricomincia dopo una pausa di 4 mesi ("Glee", di cui la 14esima puntata della prima serie in USA è andata in onda il 13 aprile, mentre per quella dedicata a Madonna dovremo aspettare settimana prossima), un'altra, dolorosamente, arriva al capolinea: "Ugly Betty", con il ventesimo episodio della quarta stagione (trasmesso in USA il 14 aprile), dice addio ai suoi fans, decretando la fine delle avventure della bruttina più famosa del mondo modaiolo.
Un vero peccato, vista l'originalità (almeno all'inizio) di una serie tra le più brillanti degli ultimi anni, che inspiegabilmente durante il tragitto ha perso molti (troppi, vista la decisione di chiudere) telespettatori.
Ma non ci dimenticheremo facilmente di Betty né tantomento di Marc, Amanda e, soprattutto, di lei, Wilhelmina Slater, le cui sferzate possono essere raccolte in una bibbia per gay e fashionisti.

-La morte di Raimondo Vianello (Roma, 7 maggio 1922 - Roma, 15 aprile 2010) mi rattrista molto, anche considerando il fatto che oggigiorno in televisione vediamo, vivi e vegeti: Barbara D'Urso, Paola Perego, Lorena Bianchetti, Pupo, Emanuele Filiberto, Enrico Papi, Teo Mammuccari e la fiction di Mediaset con Lola Ponce e Roberto Farnesi (ARGH!!).
-Il Segretario di Stato Vaticano Tarcisio Bertone si è lasciato andare a dichiarazioni sui gay non troppo benevole (non che prima lo fossero), in soldoni: gli omosessuali e i pedofili vanno a braccetto. Dopo il putiferio scatenatosi (persino gli psicologi cattolici hanno condannato questa "teoria"), subito il Vaticano è corso ai ripari (??), aggiustando il tiro e affermando che le parole di Bertone si riferivano al solo ambiente ecclesiastico e non alla comunità mondiale. Wow, ora sì che mi sento meglio!

-La Corte Costituzionale, esprimendosi sul matrimonio gay in seguito al ricorso di alcune coppie omosessuali, ha espresso parere negativo sulle unioni tra due persone dello stesso sesso, ritenendo che sia più consono il legislatore a decidere sulle stesse.
Quindi possiamo dire addio anche all'ultimo, flebile, barlume di speranza, se ci aspettiamo che il Parlamento legiferi su tale materia (e non solo per colpa della maggioranza attuale, visto che anche l'opposizione in questo Paese è ridicola).