venerdì 27 agosto 2010

Shrek 4: E Vissero Felici e Contenti

Crisi di mezz'età per Shrek, padre e marito a tempo pieno ed ormai "non più orco" libero di sguazzare nel fango e spaventare i villici con le sue scorribande.
La crisi qualitativa, se così si può dire, la fortunata saga dell'orco verde targata Dreamworks (il secondo film, il più redditizio dei quattro, nel 2004 incassò ben 919.838.758 $), l'aveva già attraversata col terzo, piuttosto fiacco, episodio.
Qui le cose si risollevano, piacevolmente: certo, non siamo ai livelli delle prime due pellicole, il sarcasmo e la forte carica dissacrante che rendevano autentici gioielli le avventure iniziali di Shrek sono un pallido ricordo, così come la comicità più sfrenata e pungente.
Aumentano altresì l'azione spettacolare ed un mix di gag goderecce ed i soliti riferimenti alla cultura pop (Ciuchino che intona canzoni famose, il Pifferaio Magico che ipnotizza le streghe con la break dance, i messaggi di Re Tremotino agli abitanti del regno in perfetto stile dittatorial-mediatico).
Riguardo a quest'ultimo, a tratti fastidioso, il nuovo villain non è certo al pari della Fata Madrina (insuperabile!), ma risulta viscido a sufficienza.
Per il resto, sempre interessante l'espediente narrativo del "What if...", giocato piuttosto efficacemente (anche se alquanto prevedibile e scontato) senza troppi cali di attenzione, grazie anche alle mitiche "spalle" Ciuchino e soprattutto al Gatto divenuto obeso.
In definitiva, un cartoon che scivola via leggero, senza troppe pretese, ma che avrebbe dovuto osare maggiormente per fare il botto e per chiudere in bellezza una tale quadrilogia, visto che l'orco verde ha decisamente rivoluzionato il genere d'animazione moderno.
Dispiace dirlo, ma forse si sarebbero dovuti fermare a due... E poi diciamocelo: la classe ed il cuore della Pixar (citofonare Toy Story 3, il più bel cartoon dell'anno) sono difficili da eguagliare.

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