lunedì 30 agosto 2010

And The Emmy Goes To...


Novità e conferme.
La 62esima edizione degli Emmy Awards ha visto trionfare, nella categoria Drama, per il terzo anno consecutivo (sic!) la serie "Mad Men", nonostante nessuno dei 5 attori nominati (tra protagonisti e non) sia riuscito a vincere.
Hanno infatti trionfato Bryan Cranston per "Breaking Bad" (anche lui alla terza statuetta consecutiva), con buona pace di Hugh Laurie e Jon Hamm, Kyra Sedgwick per "The Closer" (dopo ben 5 nomination, anche se avrei preferito Julianna Margulies per il suo nuovo ruolo in "The Good Wife", nonostante ancora non abbia visto la serie), Aaron Paul sempre per "Breaking Bad" e Archie Panjabi per "The Good Wife", preferita alla sua 'collega' Christine Baranski.
Nella categoria Comedy arrivano le dolenti note: "Glee", forte di 19 nominations alla vigilia, ha portato a casa 'solamente' quattro premi, di cui due minori, vale a dire Best Sound Mixing per l'episodio "The Power of Madonna" e Best Guest Actor a Neil Patrick Harris, consegnati alcuni giorni prima della cerimonia.
Durante la premiazione effettiva, la serie di Ryan Murphy ha vinto nella categoria Miglior Attrice Non Protagonista, andato alla sublime Jane Lynch (premio stra-meritato per un personaggio unico già cult), e come Miglior Regia per l'episodio pilota, andato al creatore Murphy.
"Modern Family" è riuscita, come previsto, a rompere le uova nel paniere alla serie-musical che quest'anno ha avuto uno straordinario successo e che ha creato un incredibile fenomeno pop come non se ne vedevano da anni.
La preferenza data alla serie sulla famiglia alternativa (paradossalmente, una scelta piuttosto tradizionale) mi trova alquanto perplesso (per non dire infuriato!): per quanto possa essere divertente, non può certamente competere con la genialità di "Glee".
Sfortunatamente l'Academy non se n'è accorta (ma non è una novità: la prima stagione di "Desperate Housewives" fu snobbata a favore di "Tutti Amano Raymond"... e ho detto tutto!), e ha premiato anche il suo attore non protagonista Eric Stonestreet (uno dei componenti la coppia gay del telefilm) e la sceneggiatura.
Altro sfondone, per così dire: Edie Falco premiata come Miglior Attrice per "Nurse Jackie". Senza nulla togliere al talento della ex protagonista dei Soprano, il premio sarebbe dovuto andare a Lea Michele, bravissima ed impagabile Rachel Barry, personaggio ai limiti dell'odioso che non si può non amare. Probabilmente la giovane età ha giocato a sfavore (così come per Chris Colfer alias Kurt).
Miglior Attore Protagonista è stato incoronato prevedibilmente Jim Parsons per "The Big Bang Theory", in una categoria ben nutrita di inossidabili (Shalhoub, Carell, David, Baldwin, quest'ultimo vincitore già nel 2009 e nel 2008) e della nuova entrata Matthew Morrison, contento già per la nomination.
Tra i Reality, trionfa "Top Chef" a scapito (purtroppo) di "Project Runway", mentre Jon Stewart vince il settimo Emmy per il miglior programma di intrattenimento con il suo "The Daily Show".
La miniserie prodotta da Steven Spielberg e Tom Hanks, "The Pacific", ha vinto la statuetta nella sua categoria, mentre tra i film per la tv ha letteralmente trionfato "Temple Grandin", storia di una professoressa del Colorado affetta da autismo, interpretata da Claire Danes accanto a David Strathairn e a Julia Ormond (tutti e tre vincitori, insieme al regista).
Straordinario l'intro che ha visto Jimmy Fallon, conduttore della serata, esibirsi insieme al cast di Glee in un divertentissimo filmato d'apertura, in compagnia anche di Tina Fey, Jon Hamm, Jorge Garcia, Nina Dobrev e Randy Jackson.



Infine, una nota di stile: a parer mio, il miglior abito della serata è stato quello di Lea Michele in Oscar De La Renta, in un red carpet piuttosto povero di bei look (ma Tina Fey non riesce a vestirsi bene nemmeno per errore?).

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