venerdì 21 maggio 2010

Robin Of Persia

Entrambi blockbuster infrangi-record e macina-incassi ampiamente attesi, "Robin Hood" di Ridley Scott e "Prince of Persia: le sabbie del tempo" di Mike Newell (sia il primo regista che il secondo hanno all'attivo pellicole diversissime tra di loro) si differenziano in un punto cruciale: mentre il primo, infarcito di Storia (più o meno) attendibile ed accurata, ha l'ambizione di divenire (a torto) il nuovo "Gladiatore" o "Braveheart", non in quanto ad effetti scenici ma bensì come narrazione "alta" ed elevata, il secondo sa bene di essere un divertissement tratto da una serie di videogame senza la pretesa di divenire qualcosa che non è ad ogni costo.
Ergo, il secondo è molto più godibile del primo, più trasparente e perciò privo di fronzoli.
Non stiamo parlando chiaramente di cinema impegnato, ma se si tratta di intrattenimento puro, che sovente ci piace ritrovare in sala, preferiamo un'onestà di fondo piuttosto che un'operazione commerciale con la pretesa di essere d'autore.
E poi, diciamocelo: se si parla di ormoni, non c'è gara tra Jake e Russel!






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