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Jovanotti - "Fango"/"A Te"/"Safari"/"Come Musica"
Qualcuno ci liberi da questo squinternato filastroccaro stonato, che nel 2008 ha raggiunto l'apice della presunzione ergendosi a cantante d'autore.
Finché cantava di voler andare a casa o di raggi di sole era sopportabile, ma negli ultimi anni le troppe canne gli devono aver dato alla testa (e all'ego).
Insopportabile come la sua liSca, la caterva di singoli estratti dal suo album "ispirato" ci ha sfinito da gennaio a dicembre. "A Te", in particolare, è di una banalità sconcertante, una letterina mielosa che potrebbe benissimo aver scritto la figlia (o Checco Zalone!), un'accozzaglia di rime baciate e ripetizioni insulse. Le canzoni d'amore sono ben altre.
Per non parlare di "Safari", un malriuscito tentativo di trasmettere il disagio dei nostri tempi e la riscoperta della natura.
Il disagio è solo quello delle nostre orecchie.

Coldplay - "Viva la Vida"
A parer mio il gruppo più sopravvalutato degli ultimi dieci anni.
Una nenia infinita, martellante per mesi e mesi, ha decretato il mio rigetto assoluto per la band inglese. Mi dispiace, ma è più forte di me. Pur riconoscendo il loro successo internazionale (quest'anno più che mai confermato), sono intollerante a Chris Martin e soci.
La sua voce è deprimente e tediosa, le canzoni non mi trasmettono la minima emozione e, anzi, non le distinguo da quanto mi paiono tutte uguali. Forse salvo "Violet Hill".
Tutto il resto è noia.

Vasco Rossi - "Il Mondo Che Vorrei"/"Gioca Con Me"
Eccolo, è tornato!
Anche lui nel 2008 si è preso la briga di ricomparire per la gioia di milioni di fans.
Peccato che stavolta era solo la brutta copia di se stesso (ed è già tutto un dire), non sapendo che direzione prendere dopo "Buoni o Cattivi": se quella "arrabbiata/di protesta" o quella "rewind/cazzeggio".
Le ha imboccate entrambe, non azzeccandone una.
Il singolo apripista (neanche un grande successo alla fine) è l'ennesimo sfogo di rabbia contro una società ipocrita, perbenista, corrotta, ecc. ecc... Sì vabbè, almeno questo si capiva dalle parole impastate ed urlate peggio del solito. Sforzo inutile.
Per non parlare del secondo pezzo, assolutamente imbarazzante e ridicolo: sentirlo ammiccare come se avesse vent'anni alla solita ganza è stato veramente il colpo di grazia (idem per il video, dove il protagonista è... il LATO B di una ragazza in jeans! Mah!).
Non si sa se sia peggio la versione di eterno ribelle o di eterno playboy; certo è che Vasco è definitivamente patetico, scaduto ed ormai superato come i suoi completini di jeans e pelle. Non riesce neanche più ad essere convincente con i suoi ululati e le sue mani al cielo.
Villa Arzilla attende!

Cesare Cremonini - "Dicono Di Me"
Altro autocandidatosi al rango di cantautore impegnato.
Con un passato in Vespa e una faccia del genere, a chi la vuol dare a bere.
Non si capisce davvero il motivo della sua esistenza artistica, le sue canzonette durano il tempo di un happy hour ed il suo carisma è pari a quello dell'iguana dell'amico e bassista Ballo, altro reduce dei Lùnapop.
Come recita il testo: "Ecco perché nessuno sa"... come mai la gente (poca) continui ad acquistare i suoi cd.

Tricarico - "Vita Tranquilla"
Premio della critica all'ultimo Festival di Sanremo, purtroppo per me è un "No!".
Questa cacofonia di terz'ordine, scelleratamente "cantata" in modo vergognoso, al cui confronto gli spasmi da cornacchia di Britney sono musica celestiale, ha reso ancor più odioso un personaggio già insopportabile ai tempi in cui cantava della maestra puttana.
Se questo è l'esempio più fulgido di canzone d'autore italiana, da apprezzare pubblicamente con un riconoscimento che porta il nome della divina Mia Martini, siamo davvero alla frutta.
Orrore e raccapriccio.

Max Pezzali - "Mezzo Pieno o Mezzo Vuoto"
Vedi alla voce "Vasco Rossi" in termini di patetico ed insulso.
Il rocker di Zocca ha almeno lasciato una traccia nel panorama musicale italiano (tanti anni fa ormai), ma questa sottospecie di cantante, perso nei meandri del pop facilone anni '90 con una crisi d'identità cronica dallo scioglimento degli 883, è solamente un disagio per la musica moderna.
Non potrebbe neanche rinnovarsi per rendersi credibile, tale parola non è iscritta nel suo DNA.
Onore al compare Mauro Repetto, trasmigrato in USA con più dignità a tempo debito.

dARI - "Wale (Tanto Wale)"
Lo scettro di schifezza dell'anno va a questo gruppo (si scrive proprio così, la prima lettera minuscola) di Aosta, formatosi nel 2004, composta da quattro elementi di ventenni o poco più.
Leggo su Wikipedia che "i dARI definiscono il loro stile musicale (ne hanno uno?) Emotronik e Glam Punk"(!!).
Per quanto riguarda il primo, perché non Fontin-metal o Sòla-techno?
Del secondo genere furono illustri esponenti i Guns N' Roses, quindi non so se ridere tanto finché non mi viene un ictus o vomitare per il paragone, direi appena, azzardato.
E queste oscenità di "boy band con chitarra" non sono che le ultime di una lunga serie di gruppi (ed affermazioni) scellerati, tutti assimilabili sotto l'epiteto "Braccia rubate all'agricoltura": prima i Finley, seguono Lost, Sonhora e chi più ne ha più ne metta.
I dARI però, secondo me, li battono tutti, con una canzone orrenda ed irritante come una pleurite o una dermatite acuta.
La Trl generation ha fatto più danni della grandine, ora che in un negozio di dischi possiamo vedere titoli di album come "Sottovuoto generazionale". Parlavano forse del loro cervello?
Tristezza infinita.
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