
La cerimonia è stata segnata anche da alcune sorprese, come il doppio riconoscimento a Kate Winslet (non protagonista per "The Reader" e protagonista drammatica per "Revolutionary Road"), visibilmente commossa e scioccata quando è salita sul palco per la seconda volta.
Momento davvero emozionante quando Cameron Diaz ha annunciato il suo nome tra una rosa di candidate eccellenti (in effetti avrei visto meglio Meryl Streep in questa categoria, due premi mi sembrano eccessivi, per quanto l'attrice inglese sia mostruosa e negli anni poco considerata dall'Academy).
Grande entusiasmo e standing ovation anche per il Miglior Attore Drammatico, (quasi) a sorpresa Mickey Rourke, che conquista l'ambito riconoscimento dopo il mancato premio a Venezia ed una carriera fino a poco tempo fa in declino assoluto (come lui ha ben ricordato durante il discorso di ringraziamento). Delusione per Sean Penn in "Milk", ma i candidati erano davvero tutti giganteschi.
Imprevedibilmente il premio come Miglior Attore Comedy è andato a Colin Farrell (giustamente basito, l'attore ha ringraziato una miriade di persone, fortunatamente abbiamo potuto ammirarlo per svariati minuti!) grazie alla sua interpretazione nel film "In Bruges", in una categoria un po' sottotono (nessuna performance indimenticabile a differenza dello scorso anno quando Johnny Depp vinse per "Sweeney Todd"), mentre Miglior Film Comedy è stato decretato "Vicky Cristina Barcelona" (forse sopravvalutato, ma ne sono comunque soddisfatto, peccato per Penélope Cruz), a discapito del favoloso "Mamma Mia!".
Si aggiunge alla ormai lunga lista di riconoscimenti postumi (l'ultimo in ordine di tempo, il Critics' Choice Award di qualche giorno fa) il premio per Miglior Attore Non Protagonista al compianto Heath Ledger per "The Dark Knight", e prima del discorso di ringraziamento del regista Christopher Nolan viene mostrata una clip dal film, in cui si scorge tutto il talento di un grande attore che ha bruciato la sua vita troppo in fretta. Il magone torna ogni volta.
Scontato il premio a "Wall-E" come Miglior Film d'Animazione, mentre cocente è la delusione per il mancato riconoscimento a "Gomorra": gli è stato preferito l'israeliano "Waltz With Bashir" come Miglior Film Straniero. Ma non disperiamo ancora.
Rimangono a bocca asciutta i cavalli dati per vincenti ad inizio corsa: nessun premio a "The Curios Case of Benjamin Button", "Frost/Nixon" e "Doubt", ognuno con 5 nominations ciascuno, ed il dato fa riflettere.
Facendo un bilancio, possiamo dire che, se da un lato "Slumdog Millionaire" si avvicina sempre più ad un pronostico positivo anche per gli Oscar (anche se i membri dell'Academy sono più tradizionalisti ed i film indipendenti raramente riescono nell'impresa di vincere le statuette più importanti), sul piano attoriale (ad eccezione di Heath Ledger) i giochi sono più che mai aperti, visto che la scelta quest'anno ricade su numerose performances di alto profilo e che, di volta in volta, non c'è mai un vincitore assoluto (i cosiddetti prenditutto come, per esempio, Daniel Day-Lewis nel 2008). Vedremo che succederà con gli Screen Actors Guild Awards del 25 gennaio, di solito abbastanza affidabili.
Per quanto riguarda la televisione, nessuna grossa sorpresa (tranne il riconoscimento ad Anna Paquin come Miglior Attrice Protagonista in una Serie Drama per "True Blood", che tratta di vampiri): conferma assoluta per "30 Rock", serie Comedy del momento, amatissima in USA, che si porta a casa 3 premi su 3 nominations (Miglior Serie, Miglior Attore ad Alec Baldwin e Miglior Attrice alla mitica Tina Fey), e seconda vittoria consecutiva per "Mad Men", Miglior Serie Drama, mentre Gabriel Byrne è il Miglior Attore Drammatico per "In Treatment".
Momento davvero emozionante quando Cameron Diaz ha annunciato il suo nome tra una rosa di candidate eccellenti (in effetti avrei visto meglio Meryl Streep in questa categoria, due premi mi sembrano eccessivi, per quanto l'attrice inglese sia mostruosa e negli anni poco considerata dall'Academy).
Grande entusiasmo e standing ovation anche per il Miglior Attore Drammatico, (quasi) a sorpresa Mickey Rourke, che conquista l'ambito riconoscimento dopo il mancato premio a Venezia ed una carriera fino a poco tempo fa in declino assoluto (come lui ha ben ricordato durante il discorso di ringraziamento). Delusione per Sean Penn in "Milk", ma i candidati erano davvero tutti giganteschi.
Imprevedibilmente il premio come Miglior Attore Comedy è andato a Colin Farrell (giustamente basito, l'attore ha ringraziato una miriade di persone, fortunatamente abbiamo potuto ammirarlo per svariati minuti!) grazie alla sua interpretazione nel film "In Bruges", in una categoria un po' sottotono (nessuna performance indimenticabile a differenza dello scorso anno quando Johnny Depp vinse per "Sweeney Todd"), mentre Miglior Film Comedy è stato decretato "Vicky Cristina Barcelona" (forse sopravvalutato, ma ne sono comunque soddisfatto, peccato per Penélope Cruz), a discapito del favoloso "Mamma Mia!".
Si aggiunge alla ormai lunga lista di riconoscimenti postumi (l'ultimo in ordine di tempo, il Critics' Choice Award di qualche giorno fa) il premio per Miglior Attore Non Protagonista al compianto Heath Ledger per "The Dark Knight", e prima del discorso di ringraziamento del regista Christopher Nolan viene mostrata una clip dal film, in cui si scorge tutto il talento di un grande attore che ha bruciato la sua vita troppo in fretta. Il magone torna ogni volta.
Scontato il premio a "Wall-E" come Miglior Film d'Animazione, mentre cocente è la delusione per il mancato riconoscimento a "Gomorra": gli è stato preferito l'israeliano "Waltz With Bashir" come Miglior Film Straniero. Ma non disperiamo ancora.
Rimangono a bocca asciutta i cavalli dati per vincenti ad inizio corsa: nessun premio a "The Curios Case of Benjamin Button", "Frost/Nixon" e "Doubt", ognuno con 5 nominations ciascuno, ed il dato fa riflettere.
Facendo un bilancio, possiamo dire che, se da un lato "Slumdog Millionaire" si avvicina sempre più ad un pronostico positivo anche per gli Oscar (anche se i membri dell'Academy sono più tradizionalisti ed i film indipendenti raramente riescono nell'impresa di vincere le statuette più importanti), sul piano attoriale (ad eccezione di Heath Ledger) i giochi sono più che mai aperti, visto che la scelta quest'anno ricade su numerose performances di alto profilo e che, di volta in volta, non c'è mai un vincitore assoluto (i cosiddetti prenditutto come, per esempio, Daniel Day-Lewis nel 2008). Vedremo che succederà con gli Screen Actors Guild Awards del 25 gennaio, di solito abbastanza affidabili.
Per quanto riguarda la televisione, nessuna grossa sorpresa (tranne il riconoscimento ad Anna Paquin come Miglior Attrice Protagonista in una Serie Drama per "True Blood", che tratta di vampiri): conferma assoluta per "30 Rock", serie Comedy del momento, amatissima in USA, che si porta a casa 3 premi su 3 nominations (Miglior Serie, Miglior Attore ad Alec Baldwin e Miglior Attrice alla mitica Tina Fey), e seconda vittoria consecutiva per "Mad Men", Miglior Serie Drama, mentre Gabriel Byrne è il Miglior Attore Drammatico per "In Treatment".
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