domenica 31 gennaio 2010

Baciami Ancora

Premesso che partivo prevenuto e pieno di pregiudizi, devo dire che mi aspettavo di peggio.
Certo, ci sono tutte le "muccinerie" del caso, furbate come le passeggiate nei campi di grano à la Mulino Bianco, le scene tragiche stile "Il cacciatore" con la pistola e l'inserimento di Will Smith "perché devo far vedere che sono stato ad Hollywood".
Inoltre è eccessivamente lungo, 140 minuti sono veramente troppi, un'ora e mezza bastava ed avanzava, il sapore da Sequel-a-tutti-i-costi c'è e si sente e molte cose sono forzate.
Se avesse fatto un altro film partendo da zero avrebbe guadagnato più rispetto, ma tant'è.

Gli attori sono bravini, la Puccini se la cava egregiamente ma ad ogni modo fa rimpiangere la Mezzogiorno, niente da fare. Accorsi ha la stessa espressione di 10 anni fa, Santamaria e Favino sono i migliori, come al solito, mentre Sabrina Impacciatore finalmente ha lo spazio che merita.
Ma vogliamo parlare dei capelli di Pasotti????

giovedì 28 gennaio 2010

Ugly Betty No More

Tristemente annunciato dai produttori in queste ore, "Ugly Betty" non avrà una quinta stagione. Chiuderà i battenti, presumibilmente, ad aprile, quando la quarta stagione volgerà al termine.
Era nell'aria già da tempo, ma provoca comunque rammarico vedere una serie così brillante e divertente, risollevatasi nel plot e nella qualità proprio quest'anno, venire cancellata per gli ascolti obiettivamente bassi.
Ci ha fatto compagnia per tre anni (iniziai a vederla su Italia1 nel maggio 2007, salvo poi accantonare la tremenda messa in onda di Mediaset riparando sul più soddisfacente e fedele Internet), è stato il naturale e non ufficiale proseguimento del fenomeno "Diavolo veste Prada", con una stronza da antologia come Wilhelmina Slater, dal sottoscritto venerata ed entrata di diritto nell'albo delle cattive più affascinanti di sempre, con personaggi di contorno addirittura più interessanti di quello principale (vedi Marc e Amanda, assolutamente favolosi) e con svolte da telenovela mischiate all'immaginario attuale che fornivano un mix esaltante di ironia e serietà (le morti di Santos, Molly, Bradford).
Va detto anche che negli ultimi tempi, soprattutto, la serie è stata scavalcata, a mio avviso, da nuovi arrivi ben più interessanti (ma questo accade sempre col passare delle stagioni), uno su tutti "Glee" (che te lo dico a fare).
Goodbye Betty! E speriamo che nelle ultime puntate tu diventi una strafiga e ti tolga finalmente quell'apparecchio ai denti!






La Ragazza di Tutti (ma che nessuno vuole)

Carina, ma Jennifer: 10 anni fa eri il mio mito, oggi sei una tra le tante (e neanche una delle migliori), non sappiamo cosa ti è successo, pareva dovessi conquistare il mondo, ma ti sei arenata inspiegabilmente, collezionando flop a non finire. Le ultime canzoncine partorite sono orecchiabili, ma a 40 anni non puoi fare ancora hit (?) in stile fast-food pop. O cambi del tutto o ti limiti ai profumi e ai bebè, perché ogni volta fa troppo male! Ti amavo...


lunedì 25 gennaio 2010

Musical, Che Passione!

NINE.

Il film più atteso, il cast più stellare, il Musical per eccellenza.
Dire delusione cocente sarebbe eccessivo, ma sicuramente ci si aspettava (molto) di più da cotanto regista ("Chicago") e parterre di star (in totale 8 premi Oscar), dal momento che sulla carta era il fenomeno dell'anno, già da molti ipotizzato acchiappa-Oscar (sarà tanto se ne vincerà di tecnici, ma quest'anno c'è "Avatar", quindi no).
Dal punto di vista prettamente musicale (senza fare inutili accostamenti con il film di Fellini, di cui questo non vuole essere assolutamente una sorta di remake), il livello è ineccepibile per quanto riguarda livello vocale, coreografie, costumi, fotografia e direzione artistica.
Il tutto però rimane freddo (tranne qualche exploit come "Be Italian"), scostante e scollegato: la trama ed i numeri musicali (frutto dell'immaginazione di Day-Lewis/Guido Contini come in "Chicago" fu per Zellweger/Roxie Hart) sono due entità involontariamente disgiunte (nonostante l'ottimo montaggio), dando un senso di smarrimento e fatica.
Chi non ama particolarmente il genere, non troverà qui un degno veicolo di ripensamento, chi lo ama alla follia (come il sottoscritto) troverà una forzatura nei meccanismi di amalgama, che non dovrebbe sussistere in un musical che si rispetti. Manca quindi l'entusiasmo, la scintilla, il valore aggiunto che fanno la differenza tra un esercizio di stile ed un film perfettamente riuscito.
La sensazione generale è la solita delle opere prive di picchi, ci si chiede: "ma quando inizia veramente il film?"; il che, per la mia opinione, è anche peggio di una pellicola brutta e basta.
Gli exploit, dicevamo, sono pochi, e tutti da chi non ti aspetti: Fergie regala forse la scena più forte dal punto di vista canoro ed emotivo. La sua "Be Italian", canzone portante del musical originale, viene resa al meglio dalla sua figura prosperosa e dal corpo di ballo color rosso sangue. Per un attimo la passione e l'esplosione dei sensi riescono a raggiungere lo spettatore.
Peccato per Nicole Kidman, "relegata" al ruolo di algida diva fugace: i suoi minuti sullo schermo si contano sulle dita di una mano. Lo stesso discorso vale per Kate Hudson, il cui personaggio è stato inserito appositamente per il film: piuttosto inutilmente, va detto, anche se la sua "Cinema Italiano" è piacevolissima.
Più presenti Penélope Cruz e Judi Dench, ma neanche a loro viene resa la giustizia che meritano. Per quanto riguarda l'attrice spagnola, il suo ruolo è senza dubbio uno dei più azzeccati, ma come per il resto del cast avremmo voluto vederla utilizzata in modo migliore.
Anche Daniel Day-Lewis, assoluto protagonista, fascinoso e convincente come sempre, appare però a tratti sottotono (volutamente?), restituendo bene il suo smarrimento artistico ed esistenziale, ma non addentrandosi completamente all'interno del subconscio di Guido Contini, con la conseguenza che non ci identifichiamo totalmente né con lui né con i suoi problemi.
La figura di Sophia Loren, devastata dalla chirurgia plastica, appare pleonastica e a tratti patetica, mentre un plauso senza se e senza ma (l'unico a mio modo di vedere) va alla magnifica Marion Cotillard, la sola che riesce ad elevarsi dallo statico scenario che la circonda e a lasciare davvero un segno. Moglie sofferente e tradita, si trasforma in provocante donna in cerca di riscatto nel sensazionale numero "Take it all", provando che l'Oscar vinto due anni fa non è stato un caso isolato.
Morale della favola (musicale): da vedere per gli amanti del genere, ma un'occasione sprecata. Peccato.

LA BELLA E LA BESTIA.

Magico, emozionante, sontuoso e magnifico. Non ci sono abbastanza aggettivi per definire il musical tratto dal più bel cartone Disney.
Uno spettacolo teatrale perfettamente realizzato, interpretato e diretto, così come dovrebbe essere una rappresentazione che si rispetti. Nessuna sbavatura di sorta, attori tutti in parte e livelli altissimi nel canto e nel ballo.
Un'estasi per gli occhi e per il cuore, grazie alle canzoni senza tempo che ci fanno tornare bambini e sognare. Si ride, ci si commuove, ci si esalta. Finalmente anche in Italia si raggiungono i livelli di Broadway, grazie alla Stage Entertainment che regala arte ed intrattenimento in un binomio vincente. Un'esperienza da vivere.
E poiché non guasta mai, Gaston è proprio un bel manzo!!

martedì 19 gennaio 2010

lunedì 18 gennaio 2010

Golden Globe Awards 2010

Felice per:
-"Avatar", 2 premi su 4, i più importanti, Miglior film drammatico e miglior regia. Ma non ha fatto l'en plein, segno che per gli Oscar la strada sarà sì meno tortuosa, ma non in discesa. Tutto ancora da vedere.
-Meryl Streep. La divina, al settimo riconoscimento della Hollywood Foreign Press Association (penso sia un record) per il film "Julie&Julia", regala il più bel acceptance speech della serata, ricordando la madre e la tragedia di Haiti. Superba ed inarrivabile.
-"Glee": nonostante i 3 premi agli attori andati a vuoto (scandalosamente, nonostante mi faccia piacere il premio a Toni Collette), il telefilm dell'anno vince il premio come miglior serie comedy/musical, e non è poco vista l'egemonia di "30 Rock" da ben 2 anni. Meritatissimo.

Deluso per:
-Colin Firth: il suo professore gay è stato battuto dal cantante country interpretato da Jeff Bridges, ormai in odore di Oscar visto anche il Critics' Choice Award vinto qualche giorno fa.
-"Nine": 5 nominations, zero vittorie! Incredibilmente battuto da "The Hangover" nella categoria Miglior Film Comedy/Musical (sono ancora basito), il film di Rob Marshall è la delusione più cocente della serata, segno forse degli scarsi risultati al box office e delle fredde critiche ricevute.
-Daniel Day-Lewis: non si può premiare Sherlock Holmes di Downey Jr. al posto di Guido Contini di Day-Lewis, proprio non si può!
-Jane Lynch: la sua fantastica Sue Sylvester di "Glee", entrata di diritto nel rango delle più stronze accanto a Whilelmina Slater e Karen Walker, è stata battuta inspiegabilmente da
Chloë Sevigny, premiata per il suo ruolo in "Big Love". Ora, dico io, a parte che se solo dopo 4 anni si sono rinvenuti a degnarla di attenzione un motivo ci sarà (pietà?), questa doveva rompere le palle proprio nell'anno di "Glee"? E poi come si permette di vincere con quel vestito da Saint-Honoré andata a male??








sabato 16 gennaio 2010

Avatar

L'esperienza cinematografica per eccellenza, un viaggio metafisico senza precedenti.


Il livello tridimensionale accresce esponenzialmente un'immersione già di per sé totale e totalizzante nell'universo di Pandora, catapultando lo spettatore in un vortice estremo di sensazioni, colori, nature e paesaggi, luci e profondità che stordiscono ed insieme esaltano la vista.
Solo quella? Verrebbe da chiedersi. Sicuramente no, lo strumento digitale e le tecniche rivoluzionarie sono, per buona parte del film, solo il mezzo e non il fine.
Era facile, per Cameron, farsi prendere la mano e trasformare il tutto in una sorta di video-game di ultima generazione; dimostra invece sapienza e carattere nel destreggiare una tecnologia ingombrante ed insidiosa.
La narrazione è fluida, mai un momento di noia, i personaggi sono ben caratterizzati, nonostante qualcuno al limite del cliché (la scienziata dura dal cuore tenero, il colonnello senza scrupoli, lo sfruttatore che poi si pente); ed infatti quelli meglio riusciti sono gli indigeni, soprattutto la versione Na'vi del protagonista, una bella scoperta (in tutti i sensi): Sam Worthington.

La "povera" Zoe Saldana, nei panni di Neytiri, al suo vero primo ruolo da protagonista in un film importante ("Crossroads" con Britney Spears non conta), per 156 minuti è praticamente irriconoscibile, ma poco interessa: la sua forza ed il suo temperamento traspaiono benissimo dalle sembianze color cobalto degli affascinanti Na'vi.
La storia, in ogni caso, è una trasposizione non autorizzata e liberissima di Pocahontas, la facilità di immedesimazione è ampia e non è un caso se il film ha già incassato la bellezza di oltre un miliardo di dollari in tutto il mondo: struttura narrativa digeribilissima e gran spettacolo estetico, con varie chiavi di lettura e riferimenti importanti alla situazione globale.
Cameron sa bene cosa piace al pubblico e si conferma un genio per la spettacolarità con cervello.

Qualcosa manca, qualcosa poteva essere fatto diversamente, ci saranno detrattori e forti critiche da parte di puristi e snob, ma una cosa è certa: Avatar è già leggenda.
L'elemento ecologico ed ambientalista è massiccio, attualissimo e mai banale, l'estasi ben presente in ogni inquadratura e la colonna sonora (anche se non ripeterà i fasti di Titanic, presumibilmente) è sublime, con la bellissima "I See You" cantata da Leona Lewis nei titoli di coda.

Un passaggio obbligatorio nel cinema del nuovo millennio.


giovedì 14 gennaio 2010

Sarà la Suina

Negozio desacralizzato... Non oso pensare ai piedini innocenti che calpesteranno quel pavimento!

martedì 12 gennaio 2010

Golden Predictions

A cinque giorni da uno dei più importanti riconoscimenti cinematografici, nel pieno della stagione dei premi appena iniziata, ecco le mie personalissime previsioni per i Golden Globe Awards, che andranno in onda in USA domenica 17 gennaio:

BEST MOTION PICTURE - DRAMA
"Avatar", "The Hurt Locker", "Inglorious Basterds", "Precious", "Up in the Air".
Quasi sicuramente la spunterà "Up in the Air", il più nominato della serata (6 candidature), recensioni entusiastiche pressoché unanimi ed una star di richiamo come Clooney protagonista.
Se la dovrà vedere però con l'agguerritissimo (in tutti i sensi) "The Hurt Locker", finora il film più apprezzato dalla critica statunitense, che ha convinto praticamente tutti e sta facendo incetta di premi.
"Avatar" ha chance soprattutto per l'appeal commerciale ed i mostruosi numeri che sta facendo al botteghino, e l'effetto "Titanic" non è da sottovalutare.

BEST MOTION PICTURE - COMEDY/MUSICAL
"(500) Days of Summer", "The Hangover", "It's Complicated", "Julie&Julia", "Nine"
Qui i dubbi sono praticamente inesistenti: al 90% vincerà "Nine", sia per la passione della Hollywood Foreign Press Association per il genere musicale che per la portata delle star che compaiono nel film (nonostante abbia ricevuto un'accoglienza non troppo esaltante al box office e critiche discordanti).
Poche chance per l'indipendente "(500) Days of Summer", apprezzato nei circuiti minori, e per "It's Complicated", commedia brillante con Meryl Streep, in lizza anche con "Julie&Julia".

BEST ACTRESS - DRAMA
Emily Blunt - "The Young Victoria", Sandra Bullock - "The Blind Side", Helen Mirren - "The Last Station", Carey Mulligan - "An Education", Gabourey Sidibe - "Precious".
Se l'HFPA non deciderà di premiare lo status di celebrità dell'anno e gli incassi stratosferici che ne hanno fatto l'attrice più redditizia del 2009 (si parla ovviamente della Bullock, data per favorita), il premio andrà alla debuttante di spicco Carey Mulligan, la cui fulgida interpretazione di una sedicenne nel film "An Education" l'ha fatta apprezzare ed entrare di diritto nella rosa delle papabili per l'Oscar. Minori chance per la protagonista oversize del dramma "Precious", che potrebbe comunque riservare qualche sorpresa.

BEST ACTOR - DRAMA
Jeff Bridges - "Crazy Heart", George Clooney - "Up in the Air", Colin Firth - "A Single Man", Morgan Freeman - "Invictus", Tobey Maguire - "Brothers".
Forte della Coppa Volpi vinta all'ultimo Festival di Venezia, il solitamente sottovalutato Colin Firth ha forti possibilità quest'anno di essere finalmente riconosciuto per la sua straordinaria performance nel film di debutto di Tom Ford. Personalmente tifo per lui.
Ma altrettanto agguerriti sono Clooney, la cui interpretazione si vocifera sia la migliore della sua carriera, e l'outsider Jeff Bridges, in grande spolvero con l'effetto "comeback" (vedi Mickey Rourke lo scorso anno).
Hanno chance minori, seppur siano molto apprezzate, le prove di Morgan Freeman (e le performance nei film di Eastwood vengono notoriamente premiate, per di più questo è un ruolo biografico e di grande prestigio, visto che si parla di Nelson Mandela) e Maguire, anche lui lodato ma snobbato da altri premi (vedi i SAG Awards e i Critics' Choice Awards, a cui gli è stato preferito Jeremy Renner di "The Hurt Locker").

BEST ACTRESS - COMEDY/MUSICAL
Sandra Bullock - "The Proposal", Marion Cotillard - "Nine", Julia Roberts - "Duplicity", Meryl Streep - "It's Complicated", Meryl Streep - "Julie&Julia".
La stratosferica Meryl Streep, ormai col posto fisso ogni anno e puntualmente plurinominata (lo scorso anno era in lizza con "Doubt" e "Mamma Mia!"), è la favorita con la sua straordinaria interpretazione della chef Julia Child, da molti pronosticata anche come la nomination all'Oscar n° 16 della sua splendida carriera.
Rimangono le briciole per la Cotillard, tra le più apprezzate nel fantastico cast di "Nine", e per la Bullock, qui a suo agio nel ruolo brillante in una delle commedie di più successo dell'anno.
Non si spiega invece granché la candidatura della Roberts.

BEST ACTOR - COMEDY/MUSICAL
Matt Damon - "The Informant!", Daniel Day Lewis - "Nine", Robert Downey Jr. - "Sherlock Holmes", Joseph Gordon-Levitt - "(500) Days of Summer", Michael Stuhlbarg - "A Serious Man".
In questa categoria gli attori hanno probabilità di vittoria altrimenti inesistenti in altri premi come i SAG e gli Oscar, vedi Downey Jr. o Gordon-Levitt.
Qui la lotta dovrebbe in ogni caso consumarsi tra Stuhlbarg, il protagonista dell'ultimo film dei Coen, che ha ricevuto critiche molto positive, il rinato Matt Damon (in lizza anche come non protagonista per il dramma di Eastwood) e l'imprevedibile Day Lewis, che sfoggia un incredibile talento anche nel canto. Scommesse aperte.

BEST SUPPORTING ACTRESS
Penélope Cruz - "Nine", Vera Farmiga - "Up in the Air", Anna Kendrick - "Up in the Air", Mo'nique - "Precious", Julianne Moore - "A Single Man".
In pole position, visti i numerosi premi già vinti, troviamo l'attrice di colore Mo'nique, in USA comica famosa ma calatasi nei difficili panni di una madre violenta nel drammatico "Precious".
Il premio sembra essere già suo, ma dovrà fare i conti con i numeri musicali della Cruz (vincitrice dell'Oscar l'anno scorso) e le due non protagoniste di "Up in the Air" (l'unione fa la forza), mentre scarse sembrano (purtroppo) le chance di vittoria della sempre magnifica Julianne Moore.

BEST SUPPORTING ACTOR
Matt Damon - "Invictus", Woody Harrelson - "The Messenger", Christopher Plummer - "The Last Station", Stanley Tucci - "The Lovely Bones", Christoph Waltz - "Inglorious Basterds".
Se i pronostici sono affidabili, il premio andrà quasi sicuramente all'austriaco Waltz, balzato alla notorietà mondiale grazie al ruolo dello spietato "cacciatore di ebrei" nel film di Tarantino, per il quale ha già vinto il Premio per il miglior attore al Festival di Cannes.
Poche speranze per gli altri papabili, come Harrelson, lodato dalla critica, nei panni di un reduce dell'Iraq, e per Tucci, l'assassino del film di Peter Jackson, l'unica candidatura della pellicola tra l'altro.

BEST DIRECTOR
Kathryn Bigelow - "The Hurt Locker", James Cameron - "Avatar", Clint Eastwood - "Invictus", Jason Reitman - "Up in the Air", Quentin Tarantino - "Inglorious Basterds".
La regista Bigelow parte favoritissima in questa sfida che vede presente anche l'ex marito Cameron. Se dovesse vincere lei, sarebbe la seconda donna regista nella storia (la prima fu Barbra Streisand per "Yentl" nel 1984) a portare a casa un Golden Globe in questa categoria.
La strada sembra spianata per lei, come già detto il film è stato accolto calorosamente da chiunque e la Bigelow ha già vinto parecchi premi della critica (come quelli della National Society of Film Critics).
Cameron comunque è anch'esso in pole position, "Avatar" sta abbattendo qualsiasi record di incassi e la portata rivoluzionaria delle tecniche digitali del film non possono non essere considerate. Sarà un Davide contro Golia. Il terzo incomodo è rappresentato da Reitman, che dopo "Juno" conferma di essere uno tra i giovani registi più apprezzati.

BEST SCREENPLAY
Neill Blomkamp, Terri Tatchell - "District 9", Mark Boal - "The Hurt Locker", Quentin Tarantino - "Inglorious Basterds", Nancy Meyers - "It's Complicated", Jason Reitman, Sheldon Turner - "Up in the Air".
La migliore sceneggiatura sarà sicuramente una lotta tra il film di Reitman e quello della Bigelow, con il primo leggermente in vantaggio, visto l'Oscar dato a Diablo Cody per "Juno" due anni fa. Sorprese potrebbero arrivare da Tarantino, il cui film è stato osannato unanimamente per la prima volta dal lontano 1994, anno di "Pulp Fiction", mentre gli altri due candidati dovrebbero essere soddisfatti ampiamente solo per le nominations (soprattutto la Meyers).

BEST ANIMATED FEATURE
"Cloudy with a Chance of Meatballs", "Coraline", "Fantastic Mr.Fox", "The Princess and the Frog", "Up".
Da quando è stato istituito nel 2007, il Golden Globe al miglior film d'animazione ha visto uscire vincitrici sempre opere della Pixar (nell'ordine: "Cars", "Ratatouille", "WALL-E").
Sarà il quarto anno di fila? Lo speriamo, visto che "Up" è un film meraviglioso e poetico come non se ne vedevano in sala da tanto tempo (e non parliamo esclusivamente della categoria d'animazione).
Ma attenzione a temibili concorrenti come "Fantastic Mr.Fox", lodato dalla critica e già vincitore di alcuni premi importanti, e "Coraline", piccolo caso cinematografico che potrebbe riservare sorprese. Meno chance invece per l'altro concorrente di casa Disney (Pixar free!), "The Princess and the Frog", il ritorno al 2D che in USA non ha fatto faville al box office, ma potrebbe proprio per questo essere "spinto" dalla casa di produzione che ormai detiene il controllo di mezza industria dello spettacolo.

BEST FOREIGN LANGUAGE FILM
"Baarìa" (Italia), "Gli abbracci spezzati" (Spagna), "The Maid" (Cile), "Un profeta" (Francia), "Il Nastro Bianco" (Germania).
La sfida si consumerà tra la Germania e la Francia, visto il successo e i premi vinti sinora dalle due pellicole, soprattutto da "Il Nastro Bianco", trionfatore a Cannes.
L'Italia si dovrà accontentare della nomination, a mio avviso ampiamente sufficiente, se non addirittura eccessiva (abbiamo fatto di meglio quest'anno, il film di Tornatore è sicuramente sopravvalutato).

BEST ORIGINAL SCORE
Michael Giacchino - "Up", Marvin Hamlisch - "The Informant!", James Horner - "Avatar", Abel Korzeniowski - "A Single Man", Karen O and Carter Burwell - "Where the Wild Things Are".
Sarà l'anno di James Cameron come fu 12 anni fa per "Titanic"? Forse, ma non c'è dubbio che per quanto riguarda la colonna sonora la vittoria è pressoché assicurata.
Il compositore è lo stesso del film del transatlantico più sfortunato della storia, ed è superfluo dire quali risultati portò. Difficile ripetere i fasti di allora, ma sicuramente "Avatar" parte in netto vantaggio.

BEST ORIGINAL SONG
"Cinema Italiano" (Nine), "I See You" (Avatar), "I Want to Come Home" (Everybody's Fine), "The Weary Kind" (Crazy Heart), "Winter" (Brothers).
Prestigiosa la cinquina per la miglior canzone originale di quest'anno, che vede scontrarsi autentici mostri sacri del panorama musicale come Paul McCartney e Bono.
Presumibilmente, però, la spunteranno
James Horner e soci per la canzone portante di "Avatar", cantata da Leona Lewis (che spera di ripetere la gloria di "My Heart Will Go On"), anche se buone probabilità le hanno anche Ryan Bingham e T Bone Burnett per il tema portante di "Crazy Heart" e Maury Yeston per "Cinema Italiano", scritta appositamente per la versione cinematografica del musical "Nine", nel film cantata (ottimamente) da Kate Hudson.






lunedì 4 gennaio 2010

Sorry Desperate!

Esiste qualcosa di più cool e geniale di questa serie al momento?
I DON'T THINK SO!!!






P.s.: 4 GOLDEN GLOBE AWARDS già in tasca!!!