Ieri sera in Piazza Duomo a Pistoia (ormai suggestiva cornice delle nostre avventure di più alta trashitudine e carampaggine involontaria, vedi "Amici in Tour" dell'8 luglio) è finalmente tornato l'appuntamento più atteso (??) dell'estate, il concerto di Radio Bruno (ormai senza Festivalbar ogni occasione è buona, anche se due anni fa accorsero molte più persone, probabilmente per il richiamo di artisti di "maggior calibro"... diciamo così).
Padroni di casa, due presentatori che definire tali è già un complimento: Enrico Gualdi (voce storica della radio) e Miriana Trevisan (voce storica de La Ruota Della Fortuna). Il primo metteva comunque un certo impegno (a parte gli osceni siparietti degli sponsor), lei priva di qualsiasi spontaneità, arrancava dietro alla cartelletta e puntualmente mancava di feedback alle improvvisazioni del co-conduttore, facendo rimpiangere i tempi con Mike (e con Pamela).
Ma andiamo ad analizzare brevemente (si fa per dire) la sfilza di cantanti e le relative esibizioni che per quasi 3 ore ci hanno allietato:
-Pago: il signor Pacifico Settembre (sarà peggio il nome d'arte o quello all'anagrafe?), vivacchia ancora con "Parlo di Te" (tormentone estivo 2005), datata ormai quanto le gambe delle Lecciso. Presenza alquanto inutile, è stato il primo a salire sul palco. Invitato sicuramente su pressione della di lui consorte Miriana, che non ce la faceva più a vederlo poltrire sul divano di casa. Voto: 4½ (per il coraggio).
-Pasqualino Maione: ormai il palcoscenico è la sua seconda casa (qualcuno gli dica di cambiare domicilio). Si arruffiana il pubblico con il classico microfono rivolto alla folla, scansando così le note alte di "Parlami d'amore" (chiunque gli abbia detto che la fa bene è un farabutto). Senza voce, ci propina anche una "hit" del best-selling album "Ti Brucia" (titolo rivolto all'effetto che l'ascolto di tale pietra miliare delle compilations italiane provoca al timpano), quella "Start" che tanto affascina i fans... ma i primi urli isterici della serata probabilmente erano dovuti alla sua pseudo popolarità in quanto "famoso imitatore" di Iancu. Ed infatti immancabile è stata la scenetta (fatta con Gualdi) della parodia del celebre ballerino. Immancabile anche il nostro disgusto ormai strabordante per la patetica farsa. Voto: 5-.
-Silvia Mezzanotte: la prima cantante (di fatto) della serata, ci regala tre interpretazioni. La prima, "Non C'è Contatto", canzone estratta dal nuovo album "Lunatica", è grintosa quanto basta. Sicura di sé, fa intravedere un bagliore di talento ed empatia. Anche nel secondo pezzo emana emozioni ed un accenno di malinconia con "Messaggio D'Amore", grazie alla quale vinse il Festival di Sanremo nel 2002 (quando rubò il primo posto ad Alexia con "Dimmi Come", vabbè), reminiscenza dei bei tempi andati con i Matia Bazar. Il mezzo passo falso, a mio avviso, è arrivato con la Prova Insuperabile: confrontarsi con l'eterno fantasma della sua carriera, Antonella Ruggiero, e l'intoccabile "Ti Sento" (che può osare cantare solo Gian di Amici 3), oltretutto forse la più rappresentativa delle cime celesti che la voce della sua "predecessora" poteva raggiungere. Immancabile il paragone. Immancabile constatare il fatto che era meglio l'originale. Voto: 7-.
-Rio: non li conoscevo. Continuerò su questa strada. Piuttosto anonimi, hanno entusiasmato solo per il sosia di Ligabue che suonava la chitarra. Ah no, era il fratello... vabbè è la stessa cosa (fanno shopping ed haircut insieme, pare). Il cantante pareva il nonno dei Lost. Voto: 5.
-Federico Angelucci: il vincitore di Amici 6 si è fatto crescere la barba. Forse voleva scrollarsi di dosso l'aria da ragazzino, in modo che lo prendessero più sul serio. Obiettivo pietosamente fallito, visto che si è presentato sul palco vestito come la peggior sfranta uscita dal Muccassassina, fashion-addicted fino al midollo. Ha reinterpretato "Eppur mi son scordato di te" di Battisti (cavallo di battaglia del fortunato musical "A un passo dal sogno") con una foga da cavalla in calore, mentre il pezzo successivo, il mitico "Click" (con il ritornello più fastidioso dai tempi di "Vero Falso" di Meneguzzi: 'MI ACCENNNNDIIIIIIIIIIIIII, MI SPEEEEEEEEENNNGIIIII'), è stato un coming out a cielo aperto. Degne delle migliori cubiste strappone dei locali gay romani, le sue mosse pelviche turberanno i sogni di centinaia di ragazzine, per non parlare dell'ondeggiare del bacino durante la strofa sopra citata. Ha anche il coraggio di atteggiarsi a etero navigato (ma chi ci crede?) chiedendo al conduttore di presentargli Miriana (ma probabilmente voleva delucidazioni sui colpi di sole). Alla domanda, fatta da Gualdi, sulle sue prossime destinazioni, il concorrente più borioso di Amici ha prima sciorinato due o tre città e poi ha finto di non ricordarsi le successive (che non esistono affatto!). Folla in delirio minore rispetto a Pasqualino. Il successo è effimero e spietato. Voto: 3½ (plauso al cartellone formato gigante sventolato senza dubbio dalla sua claque).
-Lost: sperando che la fatalità del loro nome si avveri presto, sorbiamoci intanto l'ennesimo gruppo di pischelli con chitarra sfornato dalle orride carampane 13-17enni di TRL, avide di gruppi fotocopia dei Tokio Hotel e dei Finley, i quali soddisfano i loro turbamenti ormonali e si inseriscono in un delicato e quanto mai precoce processo di accettazione e ricerca affannosa di simulacri e modelli a cui aderire (casomai non fossero abbastanza). Tali ragazzotti raggiungono il palco ed imbracciano i loro strumenti (perlopiù a scopo decorativo), mentre il cantante arriva dopo gli altri, alzando le braccia al cielo ed indossando un paio di occhiali da sole, scatenando un'isteria generale vista solo ai tempi dei Duran Duran o dei Rolling Stones (BUM!). Mancavano solo i reggiseni gettati sul palco, se solo qualcuna delle loro fans già li usasse. Comunque l'esibizione "canora" (playback spudorato) non era niente in confronto al supplizio sopportato quando il leader ha aperto bocca, esibendo un accento, una dizione e un'espressività pari a quelle di (nell'ordine): Monica Bellucci, Silvio Muccino, Gigi Marzullo. Le urla si sono fatte ancora più fragorose, e da qui si capiscono molte cose. Un'ovazione delirante ha portato il suddetto cantante a scendere dal palco e a raggiungere le transenne, salire su di esse e, sporgendosi, regalare il contatto fisico, tanto richiesto, alle disperate ragazzine appostate lì dalle 5 del mattino. In quel momento mi sono sentito molto vecchio. Dulcis in fundo, le scene da rock band incallita ed idolatrata hanno raggiunto il non plus ultra quando il batterista ha lanciato le sue bacchette alla folla facinorosa come cimelio da conservare (o da rivendere su eBay) e soprattutto nel momento in cui il chitarrista ha rotto il suo prezioso strumento (mai suonato) in un surreale attimo di divismo. Jimi Hendrix e i componenti (vivi o defunti) dei Nirvana, The Doors e Sex Pistols cercheranno vendetta nel sonno. BRA. Voto: 2.
-Tazenda: dopo Pago, un altro regalo dalla Sardegna, terra prolifica di talenti a quanto pare (ironia portami via). Quelli di "Disamparados (Spunta la luna dal monte)" portano un'atmosfera mistica e senza tempo, cantando il nuovo successo "Madre Terra". Il cantante sfoggia un look stile Gandalf il Bianco, gli altri fingono di suonare. Il video alle loro spalle, insieme a Renga (che non si è azzardato a farsi vedere, ragionevolmente), è la versione poveraccia del Signore degli Anelli, con il gruppo sdraiato su verdi prati ed inquadrature di cime innevate. Più che dalla Sardegna sembrano arrivare da una setta new age dell'Iowa. Voto: 6 (veloci ed indolori).
-Studio 3: habitué della manifestazione (c'erano anche 2 anni fa), campano solo grazie a Radio Bruno, che finanzia il loro ricercatissimo vestiario. La boy band nata nel 2005 dall'incontro di tre prestanti ragazzotti (Gabriel, Marco e Vetro, vero nome Andrea Vetralla, sennò ci preoccupavamo) ha nel nome il punto forte per fantasia e sagacia: si chiamano così in quanto erano in tre e si sono ritrovati casualmente in uno studio di registrazione... meno male che non erano in otto sopra ad un cane. Si fa fatica a ricordare anche solo uno dei loro "successi", e per l'ultimo le cose non vanno meglio. Visto che l'epoca Zero Assoluto&affini si è affievolita inesorabilmente, questi tre coglioni parevano più un'operazione nostalgia da orfani dei Ragazzi Italiani che altro. Il cantante Vetro (con quale coraggio, al limite Glass era più affascinante) tenta la carta del contatto col pubblico, ma non c'è gara in confronto al pischello dei Lost. Qui nessun addetto alla security si è dovuto scomodare a reggerlo per i pantaloni, intuendo che la moda anni '90 dei "bellocci" che cantano non tira più. Stonati peggio di Tony di X Factor, hanno disorientato anche i piccioni della piazza con i loro versi ignobili. Voto: 3 (appunto).
-Mario Venuti: con la Mezzanotte rappresentava il livello cantautoriale più elevato. È stato massacrato dalle invasate in prima fila che pretendevano i Sonohra. Ha fatto ciò che poteva, con un pubblico così difficile. Ripetitivo e con qualche disturbo della base musicale, il Mastro Lindo della musica leggera non ha lasciato il segno. Peccato, perché "Veramente" era carina e avrebbe potuto cantare "Crudele" per il sottotesto soft core gay/sadomaso. Voto: 6½.
-Roberta Bonanno: la bocca più polemica dell'ultima edizione di Amici si presenta sul palco
con l'intenzione di mostrare al pubblico la sua femminilità nascosta (mai avuta aggiungerei io). Avendo le misure 90 90 90, qualsiasi cosa le mettano sembrerà sempre il tronco di sequoia che è. Ha sfoggiato un vestitino nero di cui non si capiva la forma, e dei simil hot pants che le lasciavano scoperte le gambe (forse la parte meno peggio, figuriamoci le altre) stile Tina Turner (se vabbè, lallero). Caduta di stile: le orrende extensions color paglia che le spuntavano da dietro le orecchie ed il nuovo taglio liscio con mèches chiare non le rendevano affatto giustizia. Camionista era e rimane. Poi con quel collo dove vuole andare? Come al solito arriva producendo degli ultrasuoni fastidiosissimi... anche se non gridi come se stessi a San Siro è uguale eh! Canta "Mercy" in maniera soddisfacente, plauso alla pronuncia perfetta (almeno quella). Successivamente intona un pezzo tratto dal nuovo album, "Prendimi così" (forse una minaccia), che è uguale a "L'ultima bugia", l'inedito di Amici. Playback ad hoc, ha sempre quegli sguardi assassini quando rotea gli occhi per fare la grintosa, manco fosse Anastacia. Impagabile il cartello di una ragazza sventolato durante la performance: "Non siamo vostri amici". Voto: 6+.
-Sonohra: alfine i tanto richiesti vincitori dell'ultimo Sanremo Giovani raggiungono il palco, accolti da meno ovazioni di quanto mi aspettassi, ma è stato tutto un crescendo. Dapprima, seduti sugli immancabili sgabelli, i due imbracciano le loro chitarre acustiche ed incantano il pubblico con un lento, che parlava d'amore adolescenziale (mah va'!), durato 6'40", un vero supplizio. Luca, il biondo, è osceno, ha 26 anni e ne dimostra al massimo 16. Diego, l'altro, si sforza nel cantare sul serio, esibendo espressioni sofferte da uomo che ne ha passate tante. Lui, 22enne, ne dimostra 17 o 18. Credibilità zero. Il successo "L'amore" è fatto in versione acustica, rallentato al limite della sopportazione, una sofferenza senza scampo, inflitta per un tempo che non pareva finire più. Originale era passabile, qui da denuncia (come la versione acustica di "Vamos a bailar" di Paola&Chiara). Cambio di tono, si passa all'impegno sociale (hai visto mai): la canzone successiva, "Salvami", è dedicata alle morti sulle strade, ci spiega il biondino con non troppo entusiasmo (si vede gliel'avevano spiegato dietro le quinte il significato della canzone). Si passa alle chitarre elettriche ed il lips synch svela il trucco: playback oltraggioso. Intanto i toni si fanno più accesi e vediamo già i primi segni di isteria acuta intorno a noi. Con il successivo pezzo, "Show", hit dell'estate, siamo al delirio più assoluto. I due, accompagnati fittiziamente da una band, si scatenano e, saltellando di qua e di là, ormai si impongono nel cuore delle fans, facendole dimenticare i Finley. Tripudio generale di mani, urla, piedi scalcitanti e capelli strappati. Voto: 4.
Alla fine del concerto la folla si riversa sul lato del palco per accaparrarsi un autografo, una foto o una ciocca di capelli di Luca. Luisella si dimostra groupie sfegatata e con la sua carampaggine fa impallidire noi ventenni o poco più. Successivamente vediamo i due ragazzi davanti ad un ristorante; il biondo, circondato da quindicenni vogliose, intento a firmare autografi, il moretto al cellulare intento a parlare con la sua ragazza. Sulla via del ritorno scorgiamo anche Silvia Mezzanotte che passa per una stradina, ma nessuno se la fila.
OT: il gelataio era da dieci. Purtroppo abbiamo rovinato per sempre il rapporto col padre e la sua voglia di vendere gelati. Oltre alla sua capacità di discernimento: se capisci PANNA invece di BANANA, almeno assicurati che vada bene con gli altri gusti!
Al prossimo anno!
(Foto gentilmente concesse da Davide)
Ma andiamo ad analizzare brevemente (si fa per dire) la sfilza di cantanti e le relative esibizioni che per quasi 3 ore ci hanno allietato:
-Pago: il signor Pacifico Settembre (sarà peggio il nome d'arte o quello all'anagrafe?), vivacchia ancora con "Parlo di Te" (tormentone estivo 2005), datata ormai quanto le gambe delle Lecciso. Presenza alquanto inutile, è stato il primo a salire sul palco. Invitato sicuramente su pressione della di lui consorte Miriana, che non ce la faceva più a vederlo poltrire sul divano di casa. Voto: 4½ (per il coraggio).
-Silvia Mezzanotte: la prima cantante (di fatto) della serata, ci regala tre interpretazioni. La prima, "Non C'è Contatto", canzone estratta dal nuovo album "Lunatica", è grintosa quanto basta. Sicura di sé, fa intravedere un bagliore di talento ed empatia. Anche nel secondo pezzo emana emozioni ed un accenno di malinconia con "Messaggio D'Amore", grazie alla quale vinse il Festival di Sanremo nel 2002 (quando rubò il primo posto ad Alexia con "Dimmi Come", vabbè), reminiscenza dei bei tempi andati con i Matia Bazar. Il mezzo passo falso, a mio avviso, è arrivato con la Prova Insuperabile: confrontarsi con l'eterno fantasma della sua carriera, Antonella Ruggiero, e l'intoccabile "Ti Sento" (che può osare cantare solo Gian di Amici 3), oltretutto forse la più rappresentativa delle cime celesti che la voce della sua "predecessora" poteva raggiungere. Immancabile il paragone. Immancabile constatare il fatto che era meglio l'originale. Voto: 7-.
-Rio: non li conoscevo. Continuerò su questa strada. Piuttosto anonimi, hanno entusiasmato solo per il sosia di Ligabue che suonava la chitarra. Ah no, era il fratello... vabbè è la stessa cosa (fanno shopping ed haircut insieme, pare). Il cantante pareva il nonno dei Lost. Voto: 5.
-Tazenda: dopo Pago, un altro regalo dalla Sardegna, terra prolifica di talenti a quanto pare (ironia portami via). Quelli di "Disamparados (Spunta la luna dal monte)" portano un'atmosfera mistica e senza tempo, cantando il nuovo successo "Madre Terra". Il cantante sfoggia un look stile Gandalf il Bianco, gli altri fingono di suonare. Il video alle loro spalle, insieme a Renga (che non si è azzardato a farsi vedere, ragionevolmente), è la versione poveraccia del Signore degli Anelli, con il gruppo sdraiato su verdi prati ed inquadrature di cime innevate. Più che dalla Sardegna sembrano arrivare da una setta new age dell'Iowa. Voto: 6 (veloci ed indolori).
-Roberta Bonanno: la bocca più polemica dell'ultima edizione di Amici si presenta sul palco
Alla fine del concerto la folla si riversa sul lato del palco per accaparrarsi un autografo, una foto o una ciocca di capelli di Luca. Luisella si dimostra groupie sfegatata e con la sua carampaggine fa impallidire noi ventenni o poco più. Successivamente vediamo i due ragazzi davanti ad un ristorante; il biondo, circondato da quindicenni vogliose, intento a firmare autografi, il moretto al cellulare intento a parlare con la sua ragazza. Sulla via del ritorno scorgiamo anche Silvia Mezzanotte che passa per una stradina, ma nessuno se la fila.
OT: il gelataio era da dieci. Purtroppo abbiamo rovinato per sempre il rapporto col padre e la sua voglia di vendere gelati. Oltre alla sua capacità di discernimento: se capisci PANNA invece di BANANA, almeno assicurati che vada bene con gli altri gusti!
Al prossimo anno!
(Foto gentilmente concesse da Davide)
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