domenica 31 agosto 2008

I Nuovi Mostri

Grazie a Davide e Giulio, sono stato messo a conoscenza di una performance storica al Festival di Sanremo 2005, quella cioè dei Matia Bazar con "Grido d'Amore", esibitisi con il (all'epoca) nuovo acquisto, la cantante Roberta Faccani.
Era un caldo, tranquillo pomeriggio d'agosto quando venni travolto da un'onda d'urto, un fulmine a ciel sereno, una doccia fredda, insomma un'epifania di tale sconvolgente levatura che in confronto scoprire che "Maracaibo" non è cantata da Raffaella Carrà è stata banale routine.
Sconsigliamo la visione ai deboli di cuore, ai bambini impressionabili, alle donne incinte e agli alectorofobici.




Superato lo shock iniziale, devo dire che è uno dei filmati che più mi ha fatto ridere sguaiatamente nella storia di YouTube, e anche il solo ripensarci, a distanza di tempo, mi provoca le convulsioni (ricordandolo oggi sul treno ho rischiato di fare la figura del pazzo che ride da solo). Giuro che non riuscivo a credere che una persona potesse arrivare a tanto, anzi che un'artista riuscisse, in pieno terzo millennio, a rendersi così ridicola, pomposa, artefatta, anacronistica e demodé.
Innanzitutto per il look (voci di corridoio dicono che sia stato realizzato di proposito per richiamare alla mente Mina... ha richiamato solo sete di vendetta) ed i capelli (anche se nella successiva esibizione sono drasticamente più corti, segno che fossero extensions di pessima fattura), oscenamente lunghi fino al deratano. Ma qui possiamo anche sorvolare, visto che a Sanremo quel che conta è la canzone e la perfomance a tutto tondo.
Occupiamocene, infatti.
I primi 30 secondi sono accettabili, ma il misfatto si consuma dal minuto 0:36 in avanti, quando l'acuto di 'DOLCEMENTE' produce lo stesso effetto che fece a suo tempo la scena della doccia nel film "Psycho"... ma poi, dico io, perché proprio tale avverbio viene cantato nella maniera diametralmente opposta (anche per i seguenti "dolcemente" non scherza)? Così si inficia il significato della canzone.
Quelle mossette con il braccio teso e la mano che indica erano già vecchie ai tempi di Little Tony.
Eccessivamente teatrale.
Il suo volto al minuto 1:47 (su 'CONFONDI') ha un che di espressionismo tedesco. Le note basse sono qualcosa di indecente.
Non va certo meglio per quelle alte: il suo vibrato (la prima esplosione è al minuto 2:00 con 'CHE', segue subito 'VUOI') è la cosa più esilarante del mondo, neanche Katia Ricciarelli saprebbe assumere una tale impostazione della bocca. Il labbro superiore, immobile, e quello inferiore, così oscenamente ballerino, provocano una mimica facciale, un'espressione ed un suono simili a quelli di un tacchino nel giorno del Ringraziamento, quando viene sacrificato per il pranzo coi parenti.

Il picco della ridicolaggine e del pleonasmo la cara Roberta lo raggiunge al minuto 2:50, quando, per cantare 'finalmente', intona "FUUUUUUUUUUUUUUUUUUUIIINALMENTE"... lì sono caduto dalla sedia. Qualcuno per cortesia mi spieghi l'utilità di questa scelta vocale.
Si continua su questo tenore ed ormai la sua bocca è un tesmed impazzito... fino al gran finale: al minuto 3:33 parte da una nota da messa nera (ripresa evidentemente dai cori dello spot Campari, precedentemente usati nel film "Eyes Wide Shut" di Kubrick), che raggela l'atmosfera nel teatro Ariston, per poi salire prepontentemente (lei dallo sforzo si abbassa e la sua faccia assume forme demoniache) fino al culmine del minuto 3:40, il quale è entrato nella storia come momento horror più sconvolgente accanto a "L'Esorcista" e a "Profondo Rosso".
Notare gli occhi rivolti al cielo come in un'estasi abominevole, il primo piano impietoso, la tenuta della nota che sembra non finire mai, e soprattutto l'attimo in cui stacca e sposta il microfono facendo risuonare in modo lugubre tutto il teatro, provocando un effetto da sabba satanico con la sua eco malefica.

L'orchestra ed il pubblico hanno avuto attacchi tachicardici per giorni solo ripensando alla canzone, alcuni sono svenuti e Bonolis era incerto se avvicinarsi o meno alla band.

Certo è che mai titolo fu più azzeccato per tale esecuzione. Diversamente, nessuno, cara Roberta, ti dirà che ti ama sentendo tale dichiarazione, tuttalpiù ti scambierà per la sirena di un attacco nucleare e scapperà in un rifugio anti-atomico.
Quindi ti consigliamo, a scelta: una dose di valium, un trattamento in una spa o un mestiere alternativo come sostituta nel cast di doppiaggio della gallina Marta di Lupo Alberto durante i periodi di sfornamento uova.
Ai membri dei Matia Bazar, invece, consigliamo un buon otorino e maggior discernimento nella scelta delle cantanti, visto che dopo Antonella Ruggiero, fuggita nel 1989, la parabola è stata piuttosto discendente (ma Silvia Mezzanotte era comunque brava).

Che Te Passa 'A Paura

Cose da ricordare della serata/nottata di ieri:
-Giulia che viene a prendermi alla stazione con la sua canina Sofia dentro la borsa, stile Paris Hilton (ovviamente non così snob e spocchiosa).
-Andrea che ci narra del suo "spuntino" pomeridiano e delle "calorie" ingurgitate (ah, quanti ricordi!)
-la fortuita coincidenza di trovare filippini (o quello che erano) ben disposti, che ci regalano tanto divertimento per la serata
-bere Martini come aperitivo a digiuno e già prima di cena essere alticci
-Giulia che non riesce a fare due cose contemporaneamente e, mentre cucina (distratta dai nostri discorsi), si gira e le scivola mezzo tubetto di tabasco nel condimento per la pasta
-la "Joanne" che gira che è un piacere (raga ma come s'era di fori?)
-Giulia che nel bel mezzo della cena esclama: "Vi posso truccare?? Dai dai!!", ma Andrea si rifiuta e tocca a me ritrovarmi con la matita nera mentre mangio
-Andrea che ha una reazione d'intolleranza alla pasta super piccante (ma non lo era tanto dai)
-Giulia che, disperatamente intrappolata dal fattore queer, deve sorbirsi tutto lo speciale di Madonna su MtvHits per oltre un'ora (tesoro mi dispiace, stavolta eri in minoranza)
-il momento 'Video di YouTube', immancabile alle nostre festicciole. Tra gli altri, abbiamo gustato:
  • l'esibizione dei Matia Bazar al Festival di Sanremo 2005 (vedi post sopra), dopo il quale eravamo stesi al suolo, paonazzi, senza respiro, abbiamo rischiato il soffocamento e le convulsioni, soprattutto per gli ultimi 10 secondi (è PAZZA!!);
  • lo stracult per eccellenza, le Lollipop con "Batte forte", prima serata (la "migliore" esibizione, Marcellina e il mezzo trans sono da leggenda) a Sanremo 2002;
  • la Tatangelo con "Doppiamente Fragili" e "Il mio amico", prima e dopo aver rovinato una famiglia ed essersi sottoposta all'unico caso nella storia di invecchiamento volontario per sembrare lontanamente alla pari del compagno Gigi-"TI AMO"-D'Alessio;
  • Milva con "The Show must go on" (già un classico del trash involontario) e un altro, estratto dal Tg1, in cui racconta di essere stata rapinata in casa (momento di tensione televisiva unico, agghiacciante soprattutto perché nell'intervista lei appare struccata);
  • "Forcò", "Cucchiò" e "Grattò" della mitica televenditrice Veronika alias Lucia Ocone, da sdraiarsi. CHE TE PASSA 'A PAURA è stato il tormentone della serata.
-l'arrivo di altre due amiche di Giulia e Andrea, ovvero Veronica e Amelina, una coppia lesbica. Premettendo che non mi ero mai relazionato con due ragazze "Home Depot" (certo, le vedo sempre a ballare e così via, ma una serata insieme non ce l'avevo mai passata), devo dire che la cosa è stata piacevole. Certo, il maschiaccio della coppia aveva delle uscite da educanda non indifferenti (e la sua ragazza infatti spesso la guardava in cagnesco), ma alla fine non possiamo lamentarci. Forse troppi discorsi riguardanti l'organo riproduttivo femminile, ma io ed Andrea siamo abbastanza temprati da lustrini e paillettes da sopportare di peggio (mentre Giulia si nascondeva dietro le carte).
-Veronica convinta che il calzascarpe si chiamasse "solaio"

-la fame chimica da Guinness dei Primati che ci ha assaliti verso le 2 e ci ha fatto trangugiare qualsiasi cosa trovata nel frigo fino alle 5 del mattino, ininterrottamente.
-Giulia che, cambiandosi il nome in Gianna (più adatto ad una padrona di alimentari), bel bella e con istinto materno, continuava a prepararci panini con gli ingredienti più disparati... uno su tutti, il mitico 'Tonno, BelPaese, Salsa Indiana con curry e Prosciutto cotto'... Ma che Bontà, Ma che Bontà! E quando è finito il pan carré, siam passati ai biscotti danesi, buonissimi!!
-lo stato comatoso (ma pensavo peggio) al risveglio, non tanto per l'alcool quanto per le schifezze ingurgitate. Accuso ancora adesso i postumi.

giovedì 28 agosto 2008

What A Lovely Way To Burn



Finalmente è uscito il nuovo promo della serie più attesa ed acclamata, vero e proprio fenomeno di costume degli ultimi anni... dopo "Mile in these Shoes" di Jennifer Lopez, l'anno scorso, stavolta la scelta è ricaduta sulla divina "Fever" di sua santità!
E non potevamo chiedere di meglio! Marc Cherry sei un genio!

Il 28 settembre tornano Bree, Lynette, Gabrielle, Susan, Edie e Katherine!
Dalle premesse, la quinta stagione farà faville!
DESPERATE HOUSEWIVES, I LOVE YOU!!!!!!!!!!!

Grazie ad Andrea per la segnalazione.

mercoledì 27 agosto 2008

Venezia 65

Inizia oggi la sessantacinquesima Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica, atteso ed imperdibile appuntamento per gli amanti del cinema e dintorni.
Film, star, glamour, rassegne stampa, conferenze, proiezioni, feste e bagni di folla che per 10 giorni inonderanno il lido veneziano.
Ventidue i film in concorso, altri sessanta circa nelle sezioni collaterali ('Fuori Concorso', 'Orizzonti', 'Settimana della Critica' e 'Giornate degli Autori'), provenienti da tutto il mondo. L'Italia punterà su 4 film in concorso (tra cui gli attesissimi "Un giorno perfetto" di Ferzan Ozpetek e "Il papà di Giovanna" di Pupi Avati) sperando di fare una figura migliore rispetto allo scorso anno e di confermare l'ottima stagione cinematografica, già premiata a Cannes con "Gomorra" e "Il divo" (nonostante le recenti critiche tedesche, inutilmente polemiche a parer mio, il numero delle pellicole italiane scelte per la gara è nella norma, e la Germania ne ha addirittura due).
Quest'anno la giuria internazionale sarà presieduta dal cineasta tedesco Wim Wenders e vedrà al suo interno, tra gli altri, anche la nostra Valeria Golino e il regista americano John Landis.
Madrina della cerimonia d'apertura e di chiusura sarà, per l'occasione, l'attrice russa Ksenia Rappoport, protagonista del film di Tornatore "La Sconosciuta", grazie al quale vinse nel 2007 il David di Donatello.
Partenza in quarta in quanto a nomi celebri: George Clooney (ormai presenza fissa) e Brad Pitt (con un osceno cappello e figli al seguito) saranno i più attesi della prima giornata, portando una ventata di divismo e una folla in estasi al Festival.
La presentazione, fuori concorso, del loro ultimo film, "Burn After Reading" (in Italia "A prova di spia", titolo che si addiceva di più ad una commedia con Leslie Nielsen) diretto dai fratelli Coen, è l'evento mediatico della kermesse, che vede i due attori americani di nuovo insieme dopo la "trilogia di Ocean".
Accolto con molti applausi alla proiezione per la stampa, il film ha anche nelle protagoniste femminili i suoi punti forti, con attrici del calibro di Tilda Swinton e Frances McDormand (ovviamente oscurate, nel bagno di flash, dal richiamo dei due sex-symbol).
Aspettando con ansia sabato 30 (quando verrà proiettato il nuovo film di Ozpetek e si riverserà sulla passerella l'ottimo cast) e domenica 31 (sarà la volta del film di Pupi Avati) per il banco di prova italiano, godiamoci l'evento mondano di questa fine estate, ed incrociamo le dita per il nostro cinema.

Una Scomoda Verità

Il sito di Repubblica riporta questo video ignobile dove tutto viene finalmente a galla.
La scoperta del secolo: Britney Spears è stonata! Adesso abbiamo le prove.
Grazie al sito eBaum's World possiamo sentire la vera voce della cantante mentre si esibisce.
In pratica, durante i concerti il pubblico sente una voce registrata, mentre quella reale nel microfono è stata registrata di nascosto, gelosamente custodita per anni e svelata solo adesso.
Inutile dire che si sente puzza di fake lontano un miglio (anche se non è così inverosimile che lei canti davvero in quel modo).

P.s.: ho avuto una crisi convulsa di riso al minuto 2.40 durante l'acuto di "Above".

martedì 26 agosto 2008

Il Santo Del Giorno

Sant'Alessandro.

Patrono di Bergamo, vissuto a cavallo del III e IV secolo.
Dopo essere stato comandante di centuria della legione Tebea, utilizzata prevalentemente in Oriente, è spostato in Occidente. Gli viene ordinato di ricercare i cristiani contro i quali è in atto una persecuzione. Di fronte al suo rifiuto e di alcuni compagni segue la decimazione, a cui riesce a salvarsi. Scappa a Milano dove però è riconosciuto e incarcerato. Grazie a san Fedele, che organizza la fuga di Alessandro, si rifugia a Como e infine, passando per Fara Gera d'Adda e Capriate, arriva a Bergamo. Qui, ospite del principe Crotacio, che lo aiuta a nascondersi, inizia la sua opera di predicazione e conversione di molti cittadini, tra cui i martiri Fermo e Rustico. Ma nel 303 Alessandro è nuovamente scoperto e catturato. Condannato alla decapitazione, muore il 26 agosto a Bergamo, dove ora sorge la chiesa di Sant'Alessandro in Colonna.

Patronato: Bergamo

Etimologia: Alessandro = protettore di uomini, dal greco.

Emblema: Palma.

Martirologio Romano: A Bergamo, sant’Alessandro, martire.

Radio "Bruma": a Mezzanotte... Bonanno

Ieri sera in Piazza Duomo a Pistoia (ormai suggestiva cornice delle nostre avventure di più alta trashitudine e carampaggine involontaria, vedi "Amici in Tour" dell'8 luglio) è finalmente tornato l'appuntamento più atteso (??) dell'estate, il concerto di Radio Bruno (ormai senza Festivalbar ogni occasione è buona, anche se due anni fa accorsero molte più persone, probabilmente per il richiamo di artisti di "maggior calibro"... diciamo così).
Padroni di casa, due presentatori che definire tali è già un complimento: Enrico Gualdi (voce storica della radio) e Miriana Trevisan (voce storica de La Ruota Della Fortuna). Il primo metteva comunque un certo impegno (a parte gli osceni siparietti degli sponsor), lei priva di qualsiasi spontaneità, arrancava dietro alla cartelletta e puntualmente mancava di feedback alle improvvisazioni del co-conduttore, facendo rimpiangere i tempi con Mike (e con Pamela).
Ma andiamo ad analizzare brevemente (si fa per dire) la sfilza di cantanti e le relative esibizioni che per quasi 3 ore ci hanno allietato:
-Pago: il signor Pacifico Settembre (sarà peggio il nome d'arte o quello all'anagrafe?), vivacchia ancora con "Parlo di Te" (tormentone estivo 2005), datata
ormai quanto le gambe delle Lecciso. Presenza alquanto inutile, è stato il primo a salire sul palco. Invitato sicuramente su pressione della di lui consorte Miriana, che non ce la faceva più a vederlo poltrire sul divano di casa. Voto: 4½ (per il coraggio).
-Pasqualino Maione: ormai il palcoscenico è la sua seconda casa (qualcuno gli dica di cambiare domicilio). Si arruffiana il pubblico con il classico microfono rivolto alla folla, scansando così le note alte di "Parlami d'amore" (chiunque gli abbia detto che la fa bene è un farabutto). Senza voce, ci propina anche una "hit" del best-selling album "Ti Brucia" (titolo rivolto all'effetto che l'ascolto di tale pietra miliare delle compilations italiane provoca al timpano), quella "Start" che tanto affascina i fans... ma i primi urli isterici della serata probabilmente erano dovuti alla sua pseudo popolarità in quanto "famoso imitatore" di Iancu. Ed infatti immancabile è stata la scenetta (fatta con Gualdi) della parodia del celebre ballerino. Immancabile anche il nostro disgusto ormai strabordante per la patetica farsa. Voto: 5-.
-Silvia Mezzanotte: la prima cantante (di fatto) della serata, ci regala tre interpretazioni. La prima, "Non C'è Contatto", canzone estratta dal nuovo album "Lunatica", è grintosa quanto basta. Sicura di sé, fa intravedere un bagliore di talento ed empatia. Anche nel secondo pezzo emana emozioni ed un accenno di malinconia con "Messaggio D'Amore", grazie alla quale vinse il Festival di Sanremo nel 2002 (quando rubò il primo posto ad Alexia con "Dimmi Come", vabbè), reminiscenza dei bei tempi andati con i Matia Bazar. Il mezzo passo falso, a mio avviso, è arrivato con la Prova Insuperabile: confrontarsi con l'eterno fantasma della sua carriera, Antonella Ruggiero, e l'intoccabile "Ti Sento" (che può osare cantare solo Gian di Amici 3), oltretutto forse la più rappresentativa delle cime celesti che la voce della sua "predecessora" poteva raggiungere. Immancabile il paragone. Immancabile constatare il fatto che era meglio l'originale. Voto: 7-.
-Rio: non li conoscevo. Continuerò su questa strada. Piuttosto anonimi, hanno entusiasmato solo per il sosia di Ligabue che suonava la chitarra. Ah no, era il fratello... vabbè è la stessa cosa (fanno shopping ed haircut insieme, pare). Il cantante pareva il nonno dei Lost. Voto: 5.
-Federico Angelucci: il vincitore di Amici 6 si è fatto crescere la barba. Forse voleva scrollarsi di dosso l'aria da ragazzino, in modo che lo prendessero più sul serio. Obiettivo pietosamente fallito, visto che si è presentato sul palco vestito come la peggior sfranta uscita dal Muccassassina, fashion-addicted fino al midollo. Ha reinterpretato "Eppur mi son scordato di te" di Battisti (cavallo di battaglia del fortunato musical "A un passo dal sogno") con una foga da cavalla in calore, mentre il pezzo successivo, il mitico "Click" (con il ritornello più fastidioso dai tempi di "Vero Falso" di Meneguzzi: 'MI ACCENNNNDIIIIIIIIIIIIII, MI SPEEEEEEEEENNNGIIIII'), è stato un coming out a cielo aperto. Degne delle migliori cubiste strappone dei locali gay romani, le sue mosse pelviche turberanno i sogni di centinaia di ragazzine, per non parlare dell'ondeggiare del bacino durante la strofa sopra citata. Ha anche il coraggio di atteggiarsi a etero navigato (ma chi ci crede?) chiedendo al conduttore di presentargli Miriana (ma probabilmente voleva delucidazioni sui colpi di sole). Alla domanda, fatta da Gualdi, sulle sue prossime destinazioni, il concorrente più borioso di Amici ha prima sciorinato due o tre città e poi ha finto di non ricordarsi le successive (che non esistono affatto!). Folla in delirio minore rispetto a Pasqualino. Il successo è effimero e spietato. Voto: 3½ (plauso al cartellone formato gigante sventolato senza dubbio dalla sua claque).
-Lost: sperando che la fatalità del loro nome si avveri presto, sorbiamoci intanto l'ennesimo gruppo di pischelli con chitarra sfornato dalle orride carampane 13-17enni di TRL, avide di gruppi fotocopia dei Tokio Hotel e dei Finley, i quali soddisfano i loro turbamenti ormonali e si inseriscono in un delicato e quanto mai precoce processo di accettazione e ricerca affannosa di simulacri e modelli a cui aderire (casomai non fossero abbastanza). Tali ragazzotti raggiungono il palco ed imbracciano i loro strumenti (perlopiù a scopo decorativo), mentre il cantante arriva dopo gli altri, alzando le braccia al cielo ed indossando un paio di occhiali da sole, scatenando un'isteria generale vista solo ai tempi dei Duran Duran o dei Rolling Stones (BUM!). Mancavano solo i reggiseni gettati sul palco, se solo qualcuna delle loro fans già li usasse. Comunque l'esibizione "canora" (playback spudorato) non era niente in confronto al supplizio sopportato quando il leader ha aperto bocca, esibendo un accento, una dizione e un'espressività pari a quelle di (nell'ordine): Monica Bellucci, Silvio Muccino, Gigi Marzullo. Le urla si sono fatte ancora più fragorose, e da qui si capiscono molte cose. Un'ovazione delirante ha portato il suddetto cantante a scendere dal palco e a raggiungere le transenne, salire su di esse e, sporgendosi, regalare il contatto fisico, tanto richiesto, alle disperate ragazzine appostate lì dalle 5 del mattino. In quel momento mi sono sentito molto vecchio. Dulcis in fundo, le scene da rock band incallita ed idolatrata hanno raggiunto il non plus ultra quando il batterista ha lanciato le sue bacchette alla folla facinorosa come cimelio da conservare (o da rivendere su eBay) e soprattutto nel momento in cui il chitarrista ha rotto il suo prezioso strumento (mai suonato) in un surreale attimo di divismo. Jimi Hendrix e i componenti (vivi o defunti) dei Nirvana, The Doors e Sex Pistols cercheranno vendetta nel sonno. BRA. Voto: 2.
-Tazenda: dopo Pago, un altro regalo dalla Sardegna, terra prolifica di talenti a quanto pare (ironia portami via). Quelli di "Disamparados (Spunta la luna dal monte)" portano un'atmosfera mistica e senza tempo, cantando il nuovo successo "Madre Terra". Il cantante sfoggia un look stile Gandalf il Bianco, gli altri fingono di suonare. Il video alle loro spalle, insieme a Renga (che non si è azzardato a farsi vedere, ragionevolmente), è la versione poveraccia del Signore degli Anelli, con il gruppo sdraiato su verdi prati ed inquadrature di cime innevate. Più che dalla Sardegna sembrano arrivare da una setta new age dell'Iowa. Voto: 6 (veloci ed indolori).
-Studio 3: habitué della manifestazione (c'erano anche 2 anni fa), campano solo grazie a Radio Bruno, che finanzia il loro ricercatissimo vestiario. La boy band nata nel 2005 dall'incontro di tre prestanti ragazzotti (Gabriel, Marco e Vetro, vero nome Andrea Vetralla, sennò ci preoccupavamo) ha nel nome il punto forte per fantasia e sagacia: si chiamano così in quanto erano in tre e si sono ritrovati casualmente in uno studio di registrazione... meno male che non erano in otto sopra ad un cane. Si fa fatica a ricordare anche solo uno dei loro "successi", e per l'ultimo le cose non vanno meglio. Visto che l'epoca Zero Assoluto&affini si è affievolita inesorabilmente, questi tre coglioni parevano più un'operazione nostalgia da orfani dei Ragazzi Italiani che altro. Il cantante Vetro (con quale coraggio, al limite Glass era più affascinante) tenta la carta del contatto col pubblico, ma non c'è gara in confronto al pischello dei Lost. Qui nessun addetto alla security si è dovuto scomodare a reggerlo per i pantaloni, intuendo che la moda anni '90 dei "bellocci" che cantano non tira più. Stonati peggio di Tony di X Factor, hanno disorientato anche i piccioni della piazza con i loro versi ignobili. Voto: 3 (appunto).
-Mario Venuti: con la Mezzanotte rappresentava il livello cantautoriale più elevato. È stato massacrato dalle invasate in prima fila che pretendevano i Sonohra. Ha fatto ciò che poteva, con un pubblico così difficile. Ripetitivo e con qualche disturbo della base musicale, il Mastro Lindo della musica leggera non ha lasciato il segno. Peccato, perché "Veramente" era carina e avrebbe potuto cantare "Crudele" per il sottotesto soft core gay/sadomaso. Voto: 6½.

-Roberta Bonanno: la bocca più polemica dell'ultima edizione di Amici si presenta sul palco con l'intenzione di mostrare al pubblico la sua femminilità nascosta (mai avuta aggiungerei io). Avendo le misure 90 90 90, qualsiasi cosa le mettano sembrerà sempre il tronco di sequoia che è. Ha sfoggiato un vestitino nero di cui non si capiva la forma, e dei simil hot pants che le lasciavano scoperte le gambe (forse la parte meno peggio, figuriamoci le altre) stile Tina Turner (se vabbè, lallero). Caduta di stile: le orrende extensions color paglia che le spuntavano da dietro le orecchie ed il nuovo taglio liscio con mèches chiare non le rendevano affatto giustizia. Camionista era e rimane. Poi con quel collo dove vuole andare? Come al solito arriva producendo degli ultrasuoni fastidiosissimi... anche se non gridi come se stessi a San Siro è uguale eh! Canta "Mercy" in maniera soddisfacente, plauso alla pronuncia perfetta (almeno quella). Successivamente intona un pezzo tratto dal nuovo album, "Prendimi così" (forse una minaccia), che è uguale a "L'ultima bugia", l'inedito di Amici. Playback ad hoc, ha sempre quegli sguardi assassini quando rotea gli occhi per fare la grintosa, manco fosse Anastacia. Impagabile il cartello di una ragazza sventolato durante la performance: "Non siamo vostri amici". Voto: 6+.
-Sonohra: alfine i tanto richiesti vincitori dell'ultimo Sanremo Giovani raggiungono il palco, accolti da meno ovazioni di quanto mi aspettassi, ma è stato tutto un crescendo. Dapprima, seduti sugli immancabili sgabelli, i due imbracciano le loro chitarre acustiche ed incantano il pubblico con un lento, che parlava d'amore adolescenziale (mah va'!), durato 6'40", un vero supplizio. Luca, il biondo, è osceno, ha 26 anni e ne dimostra al massimo 16. Diego, l'altro, si sforza nel cantare sul serio, esibendo espressioni sofferte da uomo che ne ha passate tante. Lui, 22enne, ne dimostra 17 o 18. Credibilità zero. Il successo "L'amore" è fatto in versione acustica, rallentato al limite della sopportazione, una sofferenza senza scampo, inflitta per un tempo che non pareva finire più. Originale era passabile, qui da denuncia (come la versione acustica di "Vamos a bailar" di Paola&Chiara). Cambio di tono, si passa all'impegno sociale (hai visto mai): la canzone successiva, "Salvami", è dedicata alle morti sulle strade, ci spiega il biondino con non troppo entusiasmo (si vede gliel'avevano spiegato dietro le quinte il significato della canzone). Si passa alle chitarre elettriche ed il lips synch svela il trucco: playback oltraggioso. Intanto i toni si fanno più accesi e vediamo già i primi segni di isteria acuta intorno a noi. Con il successivo pezzo, "Show", hit dell'estate, siamo al delirio più assoluto. I due, accompagnati fittiziamente da una band, si scatenano e, saltellando di qua e di là, ormai si impongono nel cuore delle fans, facendole dimenticare i Finley. Tripudio generale di mani, urla, piedi scalcitanti e capelli strappati. Voto: 4.
Alla fine del concerto la folla si riversa sul lato del palco per accaparrarsi un autografo, una foto o una ciocca di capelli di Luca. Luisella si dimostra groupie sfegatata e con la sua carampaggine fa impallidire noi ventenni o poco più. Successivamente vediamo i due ragazzi davanti ad un ristorante; il biondo, circondato da quindicenni vogliose, intento a firmare autografi, il moretto al cellulare intento a parlare con la sua ragazza. Sulla via del ritorno scorgiamo anche Silvia Mezzanotte che passa per una stradina, ma nessuno se la fila.
OT: il gelataio era da dieci. Purtroppo abbiamo rovinato per sempre il rapporto col padre e la sua voglia di vendere gelati. Oltre alla sua capacità di discernimento: se capisci PANNA invece di BANANA, almeno assicurati che vada bene con gli altri gusti!
Al prossimo anno!
(Foto gentilmente concesse da Davide)

giovedì 21 agosto 2008

Veleno

Come gli adesivi che si staccano
Lascio che le cose ora succedano
Quante circostanze si riattivano
Fuori dai circuiti della volontà.

Come il vento gioca con la plastica
Vedo trasportata la mia dignità.

Oggi tradisco la stabilità
Senza attenuanti e nessuna pietà.
Oggi il mio passato mi ricorda che
Io non so sfuggirti senza fingere.

E che non posso sentirmi libero
Dalla tua corda, dal tuo patibolo.

E un’altra volta mi avvicinerò
Alla tua bocca mi avvicinerò
E un’altra volta mi avvelenerò
Del tuo veleno mi avvelenerò.

Come gli adesivi che si staccano
Come le cerniere che si incastrano
Come interruttori che non scattano
O caricatori che si inceppano

Io tradisco le ultime mie volontà.
Tutte le promesse ora si infrangono.

Penso ai tuoi crimini senza pietà
Contro la mia ingenua umanità.

Scelgo di dissolvermi dentro di te
Mentre tu saccheggi le mie lacrime.

E sarò cieco, forse libero
Solo nell’alba di un patibolo.
Dentro una storia senza più titolo
Scegliendo un ruolo senza credito
Strappando il fiore più carnivoro
Io cerco il fuoco e mi brucerò.

E un’altra volta mi avvicinerò
Alla tua bocca mi avvicinerò
E un’altra volta mi avvelenerò
Del tuo veleno mi avvelenerò

Back & Forth

Back: nipote di Dionne Warwick (quella di "That's what friends are for" e "I say a little prayer"), tenuta a battesimo da Aretha Franklin e cresciuta in mezzo ai cori gospel, Whitney Houston è la classica brava ragazza tutta casa e chiesa che si afferma nel 1985 col primo album omonimo infrangendo qualsiasi record di vendite per un'artista esordiente. Regalando perle intramontabili come "Greatest Love Of All", "All At Once" e "Saving All My Love For You", si impone per la sua voce straordinariamente potente, capace di raggiungere vette elevatissime (le sue 4 ottave di estensione negli acuti di "I Wanna Dance With Somebody" sono entrate nella leggenda, le acconciature nel video pure) e di compiere vocalizzi con estrema facilità, facendo innamorare generazioni intere e dando ispirazione a milioni di aspiranti cantanti in tutto il mondo (le sue canzoni sono le più gettonate ai provini di American Idol).
Con una carriera in continua ascesa, facendo incetta di Grammy Awards e diventando l'artista di colore di più successo dopo Micheal Jackson (quando ancora era nero...), raggiunge il culmine della notorietà planetaria con il film "The Bodyguard" del 1992 (accanto a Kevin Costner e che le procura ottime critiche anche sul piano della recitazione, a differenza delle colleghe Mariah e Madonna) e soprattutto con la relativa colonna sonora (la più venduta di tutti tempi con 42 milioni di dischi, dopo "Titanic"), che entra nell'immaginario collettivo per il celebre "And I" (tentativi di emulazione: innumerevoli), record per la tenuta di una nota, cantata praticamente da tutti negli anni '90, portando "I Will Always Love You" (scritta originariamente da Dolly Parton) ad essere considerata la canzone d'amore più famosa di tutti i tempi (fino a "My Heart Will Go On", certo).
Impegnata anche socialmente, Whitney, dopo il matrimonio con il rapper Bobby Brown ed un periodo di alti e bassi (discograficamente parlando), sforna nel 1998 lo stupendo "My Love Is Your Love" (che oltre alla title track contiene hit mondiali come "It's not right But It's ok", "I Learned From The Best" e "Heartbreak Hotel"), album acclamato dalla critica e con produttori DOC, che la riporta alla ribalta e alle vendite mostruose del passato, dimostrando di essere l'artista versatile e talentuosa di sempre.
Lo stesso anno inoltre incide il fortunato pezzo "When You Believe" insieme a Mariah Carey (si dice che le due si odiassero e che allo studio di registrazione si recassero in momenti diversi... mai mettere due dive del genere sullo stesso palco), che vinse l'Oscar come Miglior Canzone Originale per il film "Il Principe d'Egitto".



Forth: proprio il matrimonio con Bobby Brown, nel 1992, segna inesorabilmente la parabola discendente dell'artista americana. Da sempre considerata una donna dai sani principi morali, dalla quale prendere esempio, ecco che la cattiva influenza del marito (con uno stile di vita a dir poco sbandato, dedito all'uso di droga, con precedenti giudiziari e violento, al cui confronto 50 Cent è una mammoletta) la trascina in una spirale senza apparente punto di ritorno: continui maltrattamenti, botte e violenze domestiche la rendono fragile e disperata (la nascita della figlia nel 1995 è un deterrente molto grande dal lasciare il marito, oltre all'immagine da dare alla stampa e ai media).
Le continue richieste da diva eccentrica ed incontentabile, i capricci perpetrati e la progressiva mancanza di professionalità manifestata ad eventi importanti (cancella gli show a dieci minuti dall'inizio, dimentica le parole delle canzoni, pretende di decidere la scaletta e salta le prove) la discreditano agli occhi di tutti gli addetti ai lavori.
Iniziano anche i primi problemi di droga: nel 2000 in un aeroporto delle Hawaii la cantante viene fermata per possesso di marijuana. Successivamente la dipendenza diviene molto grave (si parla di crack e cocaina), il fisico debilitato e le nevrosi continue rendono evidente il fatto che Whitney ha bisogno di aiuto.
Comincia a
perdere popolarità anche tra i suoi fans più accaniti e le sue performances mediocri non l'aiutano, così come la situazione familiare: molte volte tenta di lasciare il marito, che passa più tempo in prigione che a casa, ma senza risultati.
Finalmente nel 2005 si decide ad entrare in una rehab e a lasciare definitivamente Bobby Brown, con una causa di divorzio costosa ed estenuante.
L'ultimo album di inediti, "Just Whitney", risale al 2002 e conteneva la discreta "Whatchulookinat", ma passò piuttosto inosservata e le vendite non furono soddisfacenti. Dopo anni di varie raccolte e Best Of, l'artista recentemente è tornata a presenziare ad eventi e show importanti, esibendosi e dando l'impressione che il periodo nero sia passato, avendo riacquistato la forma di un tempo.
Per novembre è previsto un nuovo album di inediti che speriamo la riporti, se non ai fasti di una volta, almeno a dimostrare che è ancora capace di emozionare con la sua voce meravigliosa e le sua presenza scenica esaltante, regalandoci canzoni in grado di farci dire: Whitney è ancora grande!

mercoledì 20 agosto 2008

Da Profano

Poteva fare meglio, ok (non si discute Juri Chechi, per carità), ma di sicuro Ortone e Hamburger non erano alla sua altezza. Il podio gli spettava di diritto, soltanto per aver dato il nome al "movimento" che adesso fanno tutti vincendo medaglie al suo posto.



Comunque i cinesi avrebbero anche rotto eh!

Bette Davis Eyes

Rivedendo il film l'altra sera, l'idea che Ruth Elizabeth Davis sia stata la migliore attrice dell'epoca d'oro di Hollywood è diventata una certezza.




Anzi, un vero e proprio assoluto, oggettivo ed inattaccabile.


domenica 17 agosto 2008

In The Mood For ...

Tutto è effimero. Anche le cose che pensavi non potessero mai cambiare, in cui credevi fermamente, di cui eri convinto con tutto te stesso. Perfino i rapporti più speciali possono rovinarsi senza che tu lo decida o possa farci niente. Parole al vento, promesse, notti a parlare, a piangere, e poi come se non fosse esistito nulla. Non conosci mai veramente fino in fondo le persone che hai intorno, nemmeno le più intime. Tutto cambia alla velocità della luce, repentinamente e con la fatalità con cui crolla un castello di carte, lasciandoti l'amaro in bocca. Non pensavo fosse possibile. Una cara amica mi ha detto che nella vita non si può mai sapere, che alla lunga i rapporti più stretti possono darti maggiori delusioni. Forse è vero. Ma penso dipenda dalle singole persone. Io credo ancora nell'Amicizia, nel suo valore più profondo, nonostante tutto. A volte non basta, evidentemente. Non sai mai se ciò che fai sia abbastanza, oppure troppo, ti senti inadeguato e l'insicurezza ti porta a mettere in discussione tutto. Dire la verità non sempre paga, e spesso qualcuno ti fa pentire di averla detta, e di aver riposto la fiducia in chi non la meritava fino in fondo. Cresciamo e ci abituiamo, abbiamo esperienze diverse che ci forgiano, che ci cambiano dentro, i percorsi della vita sono imprevedibili, ma resti sempre aggrappato alla speranza che certe cose siano eterne. Scioccamente forse.
Per fortuna alcune persone ti donano incondizionatamente quella viva speranza ed è grazie a loro che riesci ad andare avanti, ad attraversare i momenti bui e a far sparire l'amaro che ti resta in bocca dopo tante, troppe batoste.
Quelli sono gli amici veri e sinceri, che si contano a malapena sulla dita di una mano. Dei Simpsons.

sabato 16 agosto 2008

Pretendo Il Riconteggio Dei Voti

Va bene che la campagna per ristabilizzare la sua immagine ad opera dei media americana è più agguerrita delle primarie presidenziali, va bene che sta lentamente risalendo il baratro e va incentivata, va bene che la pietà paga sempre, va bene che quest'anno anche le candidature sono state votate dal pubblico di Mtv USA (e si sa che razza di fans si ritrova quella oltreoceano), ma non mi venite a dire che questo video/ciofeca della Spears si merita 3 nominations ai prossimi Mtv Video Music Awards (in onda il 7 settembre p.v.), inclusa quella per VIDEO OF THE YEAR (SIC!) o avrò un'emorragia interna dal ridere.

Genetliaco

Madonna Louise Veronica Ciccone compie oggi 50 anni.
Il tanto temuto traguardo è stato tagliato dalla donna che ha ridefinito (e continua a ridefinire) il panorama musicale, culturale, mediatico pop odierno.
Dal 1983 (anno di uscita del primo album, "Madonna-The First Album"), l'artista statunitense nata a Bay City, Michigan e trapiantata a New York non si è mai fermata, contribuendo a far nascere uno stile impareggiabile, versatile e scabroso, sconveniente e cheap, camp e scatenato, new age ed elettronico, impertinente ed arrogante, virginale ed ammiccante, dando vita ad una corrente di dive e divette, cloni ed emulatrici come mai nella storia dello spettacolo.

I suoi innumerevoli cambi di look sono stati fonte di ispirazione per milioni di persone (80% dei quali travestiti e drag queen), le direzioni intraprese, i generi attraversati e le mode lanciate non si contano più.
La cantante ICONA assoluta (gay e non) da oltre 25 anni ha saputo imporsi nel maschilista panorama musicale non per le sue doti vocali, ma per tutto il resto. Manager di se stessa, scaltra investitrice, scrupolosa e fredda calcolatrice, anticipa qualsiasi trend e tendenza, scopre talenti, porta alla ribalta sonorità inaspettate per il preconfezionato stile pop, contamina tutto ciò che tocca con il suo talento e la sua lungimiranza.

Sfida le regole
precostituite dell'America bigotta e non chiede scusa, non ha paura di sperimentare e di andare contro al ben pensare di una società castrante, ostruente ed omologante.

Venerata e detestata, osannata e stroncata, milioni di fans e altrettanti di detrattori, niente riesce a scalzarla dalla vetta. Che la si ami o la si odi, una cosa è certa: un animale da palcoscenico così non viene partorito spesso.

Nonostante un'imbarazzante carriera cinematografica come attrice (l'unico plauso della critica è stato il film "Evita" del 1996 grazie al quale vinse il Golden Globe), non demorde e si reinventa regista e produttrice di documentari.
Con i suoi album e singoli ha venduto oltre 400 milioni di dischi.
È l'artista femminile di più successo e con maggiori vendite nella storia della musica, è al quarto posto nella classifica delle donne più ricche al mondo e nel 2008 è diventata membro della prestigiosa Rock&Roll Hall Of Fame.
La sua reputazione va dalla mangiauomini, diva egocentrica e manipolatrice, maniaca del controllo, vero e proprio incubo per chiunque abbia a che fare con lei, all'artista ambiziosa, stacanovista, generosa e sempre pronta a mettersi in discussione.

Madre di tre bambini (due naturali, Lourdes Maria e Rocco, uno adottato in Malawi, David), sposata due volte (con Sean Penn, dal 1985 al 1989, e attualmente con Guy Ritchie), innumerevoli flirt le sono stati attribuiti. Riesce a catturare l'attenzione dell'opinione pubblica, della stampa e dei media dell'intero pianeta per qualsiasi cosa faccia, sul suo conto si è scritto praticamente di tutto ed i giornali scandalistici hanno campato per anni grazie a lei.
L'
età non sembra un fattore importante e, nonostante le malelingue le rimproverino un certo patetismo, resta sulla cresta dell'onda e si affianca a miti giovanili come Justin Timberlake e Timbaland. Qualcuno dice che stia perdendo colpi, ma la stoffa ed il fiuto che la contraddistinguono non cesseranno mai.

Una carriera da leggenda, una vita da film, una donna, un MITO.
AUGURI MADGE, continua a farci sognare così.
HAPPY BIRTHDAY QUEEN OF POP!!!!!!!!!!!!