venerdì 30 aprile 2010

Plagiarismo di Plagiarismo

Molto triste vedere cotanta mancanza di idee e, soprattutto, una spudorata faccia tosta (per non dire peggio!) nel COPIARE prima di tutto lei, l'inarrivabile Regina Ciccone, derubata a man bassa dei suoi look nei video di "Erotica", "Human Nature" ed "Express Yourself" (e non chiamiamole citazioni!); secondariamente, ma più impressionante vista la recente esistenza musicale, il plagiarismo si è consumato ai danni dell'unica degna erede di Madonna, Lady Gaga, anche lei vittima dell'abominevole scopiazzamento di cui sopra (a cui si aggiungono, seppur in minor misura, Gwen Stefani e addirittura l'eterna rivale Britney Spears, dalla quale dovrebbe copiare il meno possibile vista la carriera in stato vegetativo).
Parlo ovviamente dell'ultimo video della ridicola (oramai alla frutta)
Christina Aguilera, "Not Myself Tonight" (perlomeno nel titolo è onesta: non è se stessa bensì un mix di altre artiste), dove la canzone, che potrebbe anche essere carina (ma niente di speciale), scompare di fronte allo sbigottimento acuto provocato da tale ignominia, un guazzabuglio di sadomaso, fetish, mossette sexy, scene saffiche e chi più ne ha più ne metta.
Chiediamo una citazione in giudizio ed un risarcimento per danni psicologici e morali e crimini contro le icone gay del XX e XXI secolo.

Aguilera, stavolta hai toppato alla grande...
Sotto il video incriminato ed i suoi "predecessori".










mercoledì 28 aprile 2010

L'Agorà Verrà Distrutta all'Alba

"La Città Verrà Distrutta all'Alba" ("The Crazies").
Remake dell'omonimo film di George A. Romero (qui produttore) del 1973, si inserisce nel prolifico (ed inflazionato) filone dell'horror pandemico - apocalittico, dove un virus trasmesso attraverso l'acqua fa impazzire gli abitanti di una tranquilla cittadina della provincia americana.
Niente di nuovo sotto il sole, ma nonostante tutti i cliché del caso si fa guardare e l'adrenalina non manca, con una buona dose di splatter e scene camp da B-movie, come tradizione vuole.





"Agorà".
Alejandro Amenábar dirige il controverso (alla vigilia) film sulla filosofa Ipazia, eminente donna di scienza vissuta ad Alessandria d'Egitto nel IV secolo D.C., uccisa dalla furia cristiana che al tempo divenne la forza fondamentalista più violenta dell'Impero Romano prossimo alla disgregazione (si potrebbe accostarla ai moderni talebani, anche se la Chiesa cattolica, oggigiorno, avrà cambiato i metodi ma non certo gli argomenti).
Il film presenta un'impeccabile confezione esterna ed una forma estetica formidabile (tra ricostruzione della città, costumi ed effetti visivi), ma perde un po' nella rappresentazione profonda del dissidio ideologico (non quello visivo, ritratto dalle ottime scene di violenza sapientemente dosate, ma quello interiore tout court) tra pagani, ebrei e cristiani, mentre pure la figura di Ipazia (interpretata da un'intensa Rachel Weisz) rimane eccessivamente in superficie ed alcuni personaggi (come quello di Ammonio) sono fin troppo caricaturali.
Non che tali elementi ne facciano una pellicola da cestinare, tutt'altro: è comunque efficace nel mostrare una parte di Storia di cui molti sono all'oscuro e, sicuramente, troveremo svariati punti in comune con i tempi odierni, visto il modo in cui il fondamentalismo religioso domina e governa tutt'ora gli animi e le menti di troppe persone.

lunedì 26 aprile 2010

The Power of Madonna

Una delle migliori puntate viste finora (sono di parte, lo so!), Sue Sylvester al suo meglio (che qualcuno dia un Golden Globe ed un Emmy alla meravigliosa Jane Lynch, su "Vogue" stavo letteralmente impazzendo), Kurt e Mercedes finalmente solisti ("We make a culture!") e, ovviamente, l'esplosivo spirito di Madonna infuso in tutto l'episodio (favolose "Like a virgin" e "Like a Prayer") per rendere omaggio all'unica, vera Queen of Pop.
GLEE IN MY HEART...




giovedì 22 aprile 2010

Monster Ball Tour

4 DICEMBRE 2010
MEDIOLANUM FORUM, MILANO

HELLO, HELLO BABY

...HE ATE MY HEART AND HE ATE MY BRAIN...


sabato 17 aprile 2010

Dragon Trainer

Non avrà la comicità slapstick di "Madagascar" o "Kung Fu Panda" né il tono caustico e dissacrante di "Shrek", ma il nuovo film d'animazione targato Dreamworks si difende benissimo.
Dal classico tema, reinventato in salsa vichinga, dell'outsider in un mondo conformista, il cartoon mescola sapientemente azione e lezione di vita, in modo non banale o sentimentalistico.
Con sprazzi di "E.T", l'incontro col diverso diviene occasione di riscatto, e sorprende la grande umanità che restituiscono i personaggi, sia il protagonista Hiccup (ironico al punto giusto) che, soprattutto, il drago Furia Buia, espressivo e tenero come uno Stitch versione extra-large (e difatti i creatori sono gli stessi dell'alieno del film Disney).
Non inventerà niente di nuovo, ma gli elementi, ben calibrati, sanno emozionare e il finale è di quelli che non ti aspetti (l'arto amputato di Hiccup).
Oltre a questo, il 3D merita sul serio. E non è cosa di poco conto, vista la maniera inflazionata in cui viene impiegato ultimamente, spesso più per moda che per effettivo risultato estetico (vedi "Alice in Wonderland").


giovedì 15 aprile 2010

Brevemente

-Lo spettacolo di Lore "Notte di Musical" è stato un successone. Non solo di pubblico, ma anche di critica (ahah!), visto che tutti i ragazzi, chi più chi meno, si sono dimostrati brillanti e talentuosi.
Plauso in particolare alla performance "New York, New York" di Lore (bravissimo), a Rocco e al conseguente "Rocky Horror Picture Show" e alla stupenda "One Short Day" tratta da "Wicked" (che DEVO vedere per forza).
La semplicità unita al talento regala cose meravigliose.

-Ho visto al cinema "Colpo di Fulmine - Il mago della truffa", con Jim Carrey e Ewan McGregor.
Sorvolando sull'orrido titolo italiano, il film si pone a metà tra il "carino" e il "mediocre": pur essendo una storia vera, non brilla per originalità (molto meglio il suo predecessore "Prova a prendermi") né per brio.
La storia è ripetitiva, a tratti noiosa, nonostante il carisma di Jim Carrey. Appare appannato persino McGregor, altrove sempre ottimo.
Si salva, per il rotto della cuffia, la storia d'amore gay, in ogni caso non troppo approfondita (che ci sia lo zampino della censura italiana?).

-Settimana ricca di eventi televisivi per quanto riguarda le serie americane: per una che ricomincia dopo una pausa di 4 mesi ("Glee", di cui la 14esima puntata della prima serie in USA è andata in onda il 13 aprile, mentre per quella dedicata a Madonna dovremo aspettare settimana prossima), un'altra, dolorosamente, arriva al capolinea: "Ugly Betty", con il ventesimo episodio della quarta stagione (trasmesso in USA il 14 aprile), dice addio ai suoi fans, decretando la fine delle avventure della bruttina più famosa del mondo modaiolo.
Un vero peccato, vista l'originalità (almeno all'inizio) di una serie tra le più brillanti degli ultimi anni, che inspiegabilmente durante il tragitto ha perso molti (troppi, vista la decisione di chiudere) telespettatori.
Ma non ci dimenticheremo facilmente di Betty né tantomento di Marc, Amanda e, soprattutto, di lei, Wilhelmina Slater, le cui sferzate possono essere raccolte in una bibbia per gay e fashionisti.

-La morte di Raimondo Vianello (Roma, 7 maggio 1922 - Roma, 15 aprile 2010) mi rattrista molto, anche considerando il fatto che oggigiorno in televisione vediamo, vivi e vegeti: Barbara D'Urso, Paola Perego, Lorena Bianchetti, Pupo, Emanuele Filiberto, Enrico Papi, Teo Mammuccari e la fiction di Mediaset con Lola Ponce e Roberto Farnesi (ARGH!!).
-Il Segretario di Stato Vaticano Tarcisio Bertone si è lasciato andare a dichiarazioni sui gay non troppo benevole (non che prima lo fossero), in soldoni: gli omosessuali e i pedofili vanno a braccetto. Dopo il putiferio scatenatosi (persino gli psicologi cattolici hanno condannato questa "teoria"), subito il Vaticano è corso ai ripari (??), aggiustando il tiro e affermando che le parole di Bertone si riferivano al solo ambiente ecclesiastico e non alla comunità mondiale. Wow, ora sì che mi sento meglio!

-La Corte Costituzionale, esprimendosi sul matrimonio gay in seguito al ricorso di alcune coppie omosessuali, ha espresso parere negativo sulle unioni tra due persone dello stesso sesso, ritenendo che sia più consono il legislatore a decidere sulle stesse.
Quindi possiamo dire addio anche all'ultimo, flebile, barlume di speranza, se ci aspettiamo che il Parlamento legiferi su tale materia (e non solo per colpa della maggioranza attuale, visto che anche l'opposizione in questo Paese è ridicola).

giovedì 8 aprile 2010

David di Donatello: le Nominations

Con ben 18 candidature, lo splendido film di Paolo Virzì, "La Prima Cosa Bella", è la pellicola più nominata della 54esima edizione dei David di Donatello, l'Oscar italiano (diciamo così!).
Con ben due attrici protagoniste nominate (le meravigliose Micaela Ramazzotti e Stefania Sandrelli, anche se quest'ultima ritengo che figurasse meglio nella categoria non protagonista), oltre a Mastandrea, Pandolfi e Messeri (praticamente tutto il cast è stato candidato!), il film è l'emblema dell'attuale stagione cinematografica italiana, ottima sia per incassi che per qualità.
Non a caso, le 5 opere nominate come Miglior Film hanno fatto incetta di nominations in praticamente tutte le categorie, basti vedere i numeri: oltre al film di Virzì, "L'uomo che verrà" di Giorgio Diritti ottiene 16 nominations, "Vincere" di Marco Bellocchio si ferma a quota 15, "Baarìa" di Tornatore a 14 e, dulcis in fundo, il fantastico film di Ferzan Ozpetek, "Mine Vaganti", arriva a 13 candidature.
Se proprio non si può parlare di rinascita del cinema italiano (nonostante odi questa parola, visto che puntualmente ogni anno qualunque critico/esperto/radical chic lo fa morire e resuscitare), possiamo benissimo affermare che negli ultimi 12 mesi abbiamo sfornato bei film, superiori alla media nazionale, come non se ne vedevano da tempo.
E non è p
oco.
Nonostante reputi "Baarìa" un film sopravvalutatissimo ed estremamente fastidioso, pretenzioso ed inutilmente idolatrato, gli altri nominati, diversissimi tra loro per temi, genere ed impegno (le commedie di Virzì e Ozpetek contro gli storici, ma attualissimi, d'autore "Vincere" e "L'uomo che verrà"), insieme all'outsider "Fortapàsc" di Marco Risi (3 nominations forti: produttore, sceneggiatura e attore protagonista a Libero De Rienzo), film di denuncia basato sulla vera storia del giornalista Giancarlo Siani ucciso dalla camorra, fanno intravedere uno spiraglio di speranza nella capacità del nostro cinema di ritrarre storie più coraggiose, sperimentali, adulte, che sanno osare e parlare ad un più vasto pubblico, senza finire nel becero o nello stereotipato.
Quest'anno abbiamo avuto la dimostrazione che, pur essendo lontani i tempi di Monicelli o Risi, siamo ancora in grado di sfornare "commedie all'italiana" pungenti, dosate e commoventi (non lacrimevoli), grazie a registi come Virzì e Ozpetek.
Riguardo a quest'ultimo, sempre in prima linea nel dare particolare lucentezza e dignità unica ai suoi attori, mi riempiono di gioia le nominations a Ennio Fantastichini (miglior non protagonista), Ilaria Occhini ed Elena Sofia Ricci (migliori non protagoniste), quest'ultima forse mai così brava, mentre la prima merita di vincere, se non altro per la classe che regala ad uno dei personaggi più belli degli ultimi anni.
Ed una bella rivincita se l'è presa anche il cinema d'autore: poco visti in sala, i film di Bellocchio e Diritti sono i film drammatici più nominati (anche per gli attori: Filippo Timi e Giovanna Mezzogiorno per "Vincere", dove è probabile il David per il primo; la piccola Greta Zuccheri Montanari e Alba Rohrwacher, ormai alla terza nomination consecutiva e già due volte vincitrice, per "L'uomo che verrà") con, rispettivamente, una e due candidature in più del kolossal "Baarìa".

Che, se do
vesse far incetta di premi (è stato selezionato per rappresentare l'Italia agli Oscar e già sappiamo che riceverà un Nastro d'Argento speciale), rappresenterebbe un passo indietro rispetto a queste candidature: si premierebbe la forma e non il contenuto.
Dita incrociate e confidiamo nella capacità di discernimento dell'Accademia del Cinema Italiano.