Un viaggio agli inferi. Il nuovo manifesto neorealista del XXI secolo.
Meglio tardi che mai. Per fortuna i ritardatari come me possono usufruire d'estate dei cinema sotto le stelle. Qualche inconveniente come schermi non proprio all'altezza, zanzare e rumori esterni (qualche volta anche diluvi), sono bazzeccole in confronto a ciò che stasera ho finalmente potuto vedere...
Più che un film, un'esperienza allucinante.
Il bravissimo Matteo Garrone ti catapulta con tutta la sua forza, evitando patetismi o moralismi retorici, in un mondo senza scampo, senza possibilità di salvezza o speranza. Un lucido occhio spietato che mostra, attraverso un montaggio serrato ed una fotografia scarna, ciò che si consuma a pochi km da noi, ciò che penetra come un cancro nella società malata e corrotta di un Paese che non fa che rigirarsi su se stesso, incapace di cambiare la desolante situazione. Una società incarnata perfettamente nel personaggio di un magistrale Toni Servillo, a cui bastano pochi sguardi per dimostrare ancora una volta che in Italia, a dispetto di tanti pareri discordi, gli interpreti validi esistono eccome.
In definitiva indescrivibile, impossibile da classificare, va semplicemente visto.
In tutta la sua ferocia e spietata realtà.
Un film molto più che importante, un film essenziale per capire e riflettere sullo stato della nostra odierna Italia.
Un film che dovrebbe essere proiettato obbligatoriamente nelle scuole, nonostante qualcuno dica che i "panni sporchi si lavano in famiglia", che poi è il classico atteggiamento che il regista (e l'autore del libro omonimo Roberto Saviano) vorrebbe in qualche modo condannare, anche se non esplicitamente.
Se non otterrà la nomination come miglior film straniero ai prossimi Academy Awards sarà uno scandalo. Punto.
In definitiva indescrivibile, impossibile da classificare, va semplicemente visto.
In tutta la sua ferocia e spietata realtà.
Un film molto più che importante, un film essenziale per capire e riflettere sullo stato della nostra odierna Italia.
Un film che dovrebbe essere proiettato obbligatoriamente nelle scuole, nonostante qualcuno dica che i "panni sporchi si lavano in famiglia", che poi è il classico atteggiamento che il regista (e l'autore del libro omonimo Roberto Saviano) vorrebbe in qualche modo condannare, anche se non esplicitamente.
Se non otterrà la nomination come miglior film straniero ai prossimi Academy Awards sarà uno scandalo. Punto.
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