martedì 17 novembre 2009

Nine part II

Kate Hudson ha una voce davvero interessante. Attendiamo di sapere come se la caveranno la Cruz e la Cotillard (che già cantava in un film ma con la voce di Edith Piaf, quindi non conta).
Ancora due mesi di interminabile attesa...


martedì 10 novembre 2009

(Very) Bad Romance

Questa donna si supera ogni volta!
Vogliamo parlare dell'orso bianco scuoiato (oddio già prevedo lamentele e boicottaggi della P.E.T.A.) e del vestito tempestato d'oro?
Applausi a scena aperta per l'ispirazione da "Alien", gli stivali al minuto 3.27 hanno fatto impallidire anche la Fashionista!!
Certo che quelle pupille dilatate fanno impressione!
DIVINA!!


lunedì 2 novembre 2009

Los Abrazos Rotos

Due cose rimangono allo spettatore dopo la visione dell’ultima pellicola di Almodóvar: le tinte rosso acceso degli abiti di Penélope Cruz ed il suo sguardo dolente.

Il regista manchego dona alla sua attrice feticcio un ruolo che sarebbe stato perfetto per le eroine passionali degli anni ’40 in stile Barbara Stanwyck e Rita Hayworth, ma con le sembianze delicate di Audrey Hepburn. Lei non può fare altro che incarnarlo con inesauribile grazie e soavità.

Attraverso un complesso gioco di intrecci, incastri e flashback, che a tratti ricorda “La mala educación” per i toni noir (ma senza la scabrosità dei temi), il cineasta spagnolo tratteggia con sapienza una storia di amori e vendette, inevitabili all’interno delle sue opere.

La legge del desiderio è infatti la prima e, forse, unica forza che spinge i suoi personaggi a compiere le azioni più scellerate, guidate da impulsi di gelosia e cieca furia amorosa.

La sensazione che tuttavia si ha qui è l’assenza di quella scintilla, viva e pulsante, che ha caratterizzato l’ultima decade del suo periodo “adulto”, da “Tutto su mia madre” fino ad oggi.

Nonostante la bravura degli attori (in primis Cruz, Lluís Homar e Blanca Portillo), l’eccellente fotografia e la struggente colonna sonora, si ha l’impressione che Almodóvar abbia posto un’impenetrabile vetro tra la sua opera e lo spettatore, che impedisce di godere e soffrire in maniera viscerale delle tormentate vicende dei protagonisti.

D’altra parte la barriera che diviene condizione mentale è anche ciò che caratterizza il protagonista maschile con la sua cecità, quindi alla fine ci si chiede se tale effetto non sia stato deliberatamente voluto dal regista, che non lascia mai nulla al caso, come le vivide immagini dei tailleur rosso sangue di Lena/Cruz, delle fotografie strappate sui volti degli amanti e delle radiografie alle fratture ossee, che restituiscono tutta la forza, emotiva e narrativa, di questo suo diciassettesimo lungometraggio, in definitiva una riflessione sul cinema e sul ruolo di chi lo crea.

La devozione alla settima arte è infatti palpabile, dagli omaggi a “Viaggio in Italia” di Rossellini (con la scena del ritrovamento dei due cadaveri abbracciati colti dalla lava, sequenza che ha ispirato il titolo della pellicola) fino a quelli del suo “Donne sull’orlo di una crisi di nervi”, auto-citazione che rende al meglio lo spirito eclettico e variegato di un regista che, anche con un film mediocre (ma non è questo certamente il caso), rimarrà comunque un genio del suo tempo.



L'Isola di Alcatr... , ehm dei Famosi!

È di questi giorni la notizia che il reality show “L’Isola dei famosi 7”, in onda presumibilmente da febbraio 2010, abbia proposto ufficialmente a Graziano Mesina la partecipazione al programma.
Per chi ancora non lo sapesse, il signore in questione vanta un curriculum di “tutto rispetto” all’interno della malavita sarda: specializzato in rapimenti ed omicidi, per il suo ruolo di spicco nel banditismo isolano è stato soprannominato la “primula rossa”.
Ebbene, dopo aver trascorso 40 anni in carcere e quasi 5 in latitanza, ed aver ottenuto nel 2004 la grazia, oggi Mesina, che di anni ne ha 67 ed è tornato un uomo libero, ha accettato di buon grado l’invito al reality condotto da Simona Ventura, se non altro perché, parole sue, “qualche settimana ai Caraibi non mi dispiacerebbe”.
E a chi non piacerebbe farsi una gita spesata in uno degli angoli più ameni del pianeta? Aggiungete i travagliati anni di galera e le continue evasioni, e avrete il quadro completo della profonda sofferenza di quest’uomo che, giustamente, ora ha bisogno di una vacanza.
Ci si sono messi anche i parlamentari ad ostacolare la sua presenza al reality, affermando che sarebbe immorale utilizzare i soldi pubblici per ingaggiare un criminale che si è macchiato di reati ripugnanti come il sequestro di persona (visto che già sono usati per pagare i criminali in Parlamento).
La televisione italiana, o meglio la creatura reality, è arrivata talmente alla frutta da dover includere tra le sue fila ex malviventi oppure si stanno sperimentando nuove frontiere di entertainment ai limiti della legalità? Il caso di Fabrizio Corona sarebbe lampante già di per sé, e di solito l’indignazione è figlia acquisita dell’ipocrisia.
Tuttavia la domanda che sorge spontanea, al di là di qualsiasi bagarre puramente catodica, è: se fossi il familiare di una delle vittime del signor Mesina, novello naufrago sul secondo canale della televisione di Stato, mi sentirei ancora in dovere di pagare il servizio pubblico e, soprattutto, ritenermi rispettato come cittadino? Certo, il telecomando è ancora un mezzo altamente democratico, ma perché a chiudere un occhio deve essere sempre la vittima e non il carnefice?

Julie & Julia



Uno di quei film che hanno la rara capacità di farti riconciliare con il mondo, attraverso la sempiterna maestria e grazia di Meryl.
Genuino, gioioso, delizioso e delicato, un toccasana per l'umore e... la vista (delle pietanze)! Peccato non siano ancora disponibili le sale con profumi ed odori.
Bon appetit!