Il nuovo gioiello di casa Pixar è subito magia e meraviglia per gli occhi (ed il cuore).
La computer graphic d'avanguardia (pura) supera se stessa ogni anno, ed i livelli toccati stavolta sono davvero ineguagliabili (un esempio su tutti, le foglie secche in terra che si accartocciano al passaggio del robot).
Paradossalmente, l'impronta distintiva di ogni film d'animazione targato Disney-Pixar è proprio la straordinaria abilità di non far fagocitare la narrazione dagli effetti speciali, ma di costruire una solida sceneggiatura e personaggi accattivanti e multisfaccettati.
Questa volta l'impresa era più che ardua, del resto storie di robot ed astronavi sono state abusate e non poco dal cinema hollywoodiano, ed il rischio di non attirare l'appeal dell'esigente pubblico di oggi (bambini ed adulti, ormai entrambi egualmente afecionados a questo genere) era dietro l'angolo.
Ma anche stavolta la sfida è stata vinta (pure in termini di incassi, ad oggi la pellicola ha incassato circa 500 milioni di dollari in tutto il mondo): con "WALL•E" (acronimo di Waste Allocation Load Lifter-Earth class) assistiamo alla nascita di un personaggio già cult, che entra di diritto nella storia dell'animazione e non solo.
Questo novello E.T. cingolato cattura fin dal primo fotogramma: tenero, maldestro, impacciato, un outsider atipico in un mondo abbandonato a se stesso, ricoperto di rifiuti, rottami e macerie, decadente e (a prima vista) ormai deceduto.
Sempre più attuali i temi trattati nei film d'animazione: in questo caso è facile ritrovare quello ecologico-ambientalista, su tutti, ma anche la schiavitù dell'uomo verso le macchine e, ovviamente, l'incontro con il diverso.
Argomenti affrontati con grande maestria, poesia e sentimento, conditi da una carrellata di scene esilaranti e commoventi al tempo stesso (i momenti tra WALL•E ed EVE sono di una forza emotiva incredibile), in cui il viaggio dell'eroe per antonomasia (sono rispettati tutti i canoni classici dell'epopea del singolo che attraversa tutta una serie di peripezie, viaggi ed ostacoli per raggiungere l'obiettivo finale), grazie ad una scrittura innovativa (per la prima volta, in questo genere, assistiamo ad una quasi assenza di dialoghi per la prima parte del film, scelta coraggiosissima), a cui bastano un paio di rumori metallici e suoni computerizzati per dare calore, trova qui il suo massimo risultato.
Azzeccatissima la colonna sonora, con un favoloso omaggio al musical "Hello, Dolly!", che WALL•E riproduce per far colpo su EVE in una delle scene più divertenti del film.
Riflessione ed intrattenimento, un tocco di genuino romanticismo (stampo vecchia Hollywood, gli amori impossibili tra individui provenienti da ceti diversi, in questo caso mondi), la scoperta di una prospettiva altra, l'uscita dai confini conosciuti ed abitudinari, colpi di scena ed imprevedibilità, il mito dell'eroe inconsapevole che salva la situazione, lo straordinario impatto visivo ed emotivo.
Questi gli ingredienti di una pellicola che, sicuramente, farà sfracelli ai prossimi Academy Awards. Meriterebbe un premio solamente per i favolosi titoli di coda, che compiono un sorprendente excursus della storia dell'arte, dagli antichi egizi a Van Gogh.
Godibilissimo, infine, il cortometraggio animato che anticipa la proiezione del film: "Presto", su un coniglio dispettoso ed il suo mago. Fantastico.
La computer graphic d'avanguardia (pura) supera se stessa ogni anno, ed i livelli toccati stavolta sono davvero ineguagliabili (un esempio su tutti, le foglie secche in terra che si accartocciano al passaggio del robot).
Paradossalmente, l'impronta distintiva di ogni film d'animazione targato Disney-Pixar è proprio la straordinaria abilità di non far fagocitare la narrazione dagli effetti speciali, ma di costruire una solida sceneggiatura e personaggi accattivanti e multisfaccettati.
Questa volta l'impresa era più che ardua, del resto storie di robot ed astronavi sono state abusate e non poco dal cinema hollywoodiano, ed il rischio di non attirare l'appeal dell'esigente pubblico di oggi (bambini ed adulti, ormai entrambi egualmente afecionados a questo genere) era dietro l'angolo.
Ma anche stavolta la sfida è stata vinta (pure in termini di incassi, ad oggi la pellicola ha incassato circa 500 milioni di dollari in tutto il mondo): con "WALL•E" (acronimo di Waste Allocation Load Lifter-Earth class) assistiamo alla nascita di un personaggio già cult, che entra di diritto nella storia dell'animazione e non solo.
Questo novello E.T. cingolato cattura fin dal primo fotogramma: tenero, maldestro, impacciato, un outsider atipico in un mondo abbandonato a se stesso, ricoperto di rifiuti, rottami e macerie, decadente e (a prima vista) ormai deceduto.
Sempre più attuali i temi trattati nei film d'animazione: in questo caso è facile ritrovare quello ecologico-ambientalista, su tutti, ma anche la schiavitù dell'uomo verso le macchine e, ovviamente, l'incontro con il diverso.
Argomenti affrontati con grande maestria, poesia e sentimento, conditi da una carrellata di scene esilaranti e commoventi al tempo stesso (i momenti tra WALL•E ed EVE sono di una forza emotiva incredibile), in cui il viaggio dell'eroe per antonomasia (sono rispettati tutti i canoni classici dell'epopea del singolo che attraversa tutta una serie di peripezie, viaggi ed ostacoli per raggiungere l'obiettivo finale), grazie ad una scrittura innovativa (per la prima volta, in questo genere, assistiamo ad una quasi assenza di dialoghi per la prima parte del film, scelta coraggiosissima), a cui bastano un paio di rumori metallici e suoni computerizzati per dare calore, trova qui il suo massimo risultato.
Azzeccatissima la colonna sonora, con un favoloso omaggio al musical "Hello, Dolly!", che WALL•E riproduce per far colpo su EVE in una delle scene più divertenti del film.
Riflessione ed intrattenimento, un tocco di genuino romanticismo (stampo vecchia Hollywood, gli amori impossibili tra individui provenienti da ceti diversi, in questo caso mondi), la scoperta di una prospettiva altra, l'uscita dai confini conosciuti ed abitudinari, colpi di scena ed imprevedibilità, il mito dell'eroe inconsapevole che salva la situazione, lo straordinario impatto visivo ed emotivo.
Questi gli ingredienti di una pellicola che, sicuramente, farà sfracelli ai prossimi Academy Awards. Meriterebbe un premio solamente per i favolosi titoli di coda, che compiono un sorprendente excursus della storia dell'arte, dagli antichi egizi a Van Gogh.
Godibilissimo, infine, il cortometraggio animato che anticipa la proiezione del film: "Presto", su un coniglio dispettoso ed il suo mago. Fantastico.
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